2–6 May 2016
CNR - Sede Centrale
Europe/Rome timezone
L'Astronomia italiana e le future infrastrutture tecnologiche

Abstracts

 

Società Astronomica Italiana

 LX congresso 2016

 

In memoria di Francesco Palla

 

Roma, CNR centrale, Piazzale Aldo Moro 7

Aula Convegni

2-6 maggio 2016

 

 

Astrofisica con le grandi infrastrutture di terra e dallo spazio: orizzonte 2020

 

GW e multi-messengers (E. Coccia, E. Brocato, P. Ubertini)

 

Martedi 3 maggio

 

Ventennale del lancio di BeppoSAX

 

BeppoSAX & ASI – (B. Negri, E. Costa)

BeppoSAX & X-ray Astronomy in Italy -    (G. C. Perola, L. Piro)

BeppoSAX & Space Science in Holland -  J. Bleeker

From BeppoSAX to X-ray missions in ESA – (A. Parmar, F. Favata)

 

 

GRBs with BeppoSAX – (L. Piro, E. Costa)

SMBH & AGN – (F. Fiore, G. Matt)

Clusters of galaxies – S. Molendi

Compact objects – (J. Heise, F. Frontera)

Blazars – (P. Giommi, G. Tagliaferri)

 

 

Astrofisica con le grandi infrastrutture di terra e dallo spazio: orizzonte 2020

 

GAIA (M. Lattanzi, S. Randich)

ALMA (L.Testi, L. Hunt)

Strumentazione seconda e terza generazione VLT (MUSE, KMOS, ESPRESSO, MOONS, ERIS, etc.) (S. Cristiani, F. Mannucci)

 

Strumentazione seconda generazione LBT (SHARK, SOUL etc.) (A. Fontana, S. Esposito)

Seconda generazione strumentazione TNG (HARPS-N, GIANO) (G. Micela, L. Origlia)

SRT e VLBI (E. Carretti, T. Venturi)

 

Ettore Carretti (INAF - OAC)

The Sardinia Radio Telescope (SRT), the largest Italian telescope: an instrument overview and its capabilities as single-dish telescope

 

 

The Sardinia Radio Telescope (SRT) is a new 64m radiotelescope located in Sardinia, and

operated by INAF. It can operate on a broad frequency range from 300 MHz to 100 GHz

and is equipped with an active surface able to make the surface work at full efficiency

also at high frequency, as proven by regular observations of its 20-GHz system. The optics

is shaped and designed to minimise bandpass ripples that can jeopardise deep spectroscopic observations. Tests have reported stunning results making an SRT a world-class instrument for  spectroscopic research. Currently, the receiver suite comprises a co-axial receiver at 300-415 MHz and 1300-1800 MHz, a 5.7-7.7 GHz, and a K-band 7-beam array (18-26 GHz). The development of a 4.2-5.6 GHz receiver and a 19-beam Q-band array (33-50 GHz) are in progress. The P-L-band ultra-broad frequency coverage and its low frequency end (300 MHz) makes it a unique pulsar research machine in the current scenario. The single-dish observations have recently started (1 February 2016) with an Early Science Program that is already delivering stunning results. We will present the telescope, the main features that make it unique in the radioastronomical scenario, and first results from its first observing campaign.

Mercoledi 4 maggio

           

L'organizzazione e la gestione dei grandi progetti tecnologici: il punto di vista dell'INAF

 

Project Life Cicle: analisi delle criticità e possibili soluzioni (D. Fierro)

Progetti Ground Based in ambito ESO (M. Riva, A. Riccardi)

CTA, SKA, grandi progetti non ESA/ESO (L. Stringhetti)

Ospite 1 – System Engineering (Presidente INCOSE o delegato)

 

Ground Segment (A. Antonelli)

La gestione tecnica dei progetti in ambito ESA (A. Argan, A. Di Giorgio )

Il punto di vista dell'amministrazione (M. Rossi)

Project Management (Presidente PMI Italia)

Collaborative management  (C. V. Carulli)

 

 

Astrofisica con le grandi infrastrutture di terra e dallo spazio: orizzonte 2020

 

Exo-Mars (F. Esposito, C. De Sanctis)

BepiColombo (G. Cremonese, A. Milillo)

SOLO (F. Marcucci, S. Fineschi)

 

Astrofisica con le grandi infrastrutture di terra e dallo spazio: orizzonte 2030

 

Time domain astrophysics & multi-messengers in the LSST era  (E. Cappellaro)

Plato (I. Pagano, G. Piotto)

CTA (P. Blasi, F. Tavecchio)

Giovedi 5 maggio

 

Il ritorno scientifico dalle grandi infrastrutture: orizzonte 2030

 

Euclid (Core science, Legacy science) (G. Guzzo, A. Cimatti)

E-ELT (Spettroscopia ad alta risoluzione, Imaging ad alta risoluzione, IFU/MOS) (A. Marconi, G. Bono, R. Ragazzoni)

 

 

SKA (S. Tingay, A. Possenti)

Juice (G. Piccioni, P. Palumbo)

Athena (L. Piro, A. Comastri)

 

 

 

 

 

Divulgazione

 

 

Progetti e programmi nazionali: risultati, esperienze maturate e aspettative

 

D&D INAF ieri, oggi e domani (includendo PDIN e IAU/astroEDU, S. Sandrelli)

 

Ileana Chinnici (INAF-OA Palermo)

Il progetto STARLIGHT: un "esperimento" in corso

 

Nell'ambito del PDIN 2014, per la prima volta l'INAF ha finanziato un progetto mirato alla realizzazione di una mostra di carattere storico-scientifico, dal titolo "STARLIGHT: la nascita dell'astrofisica in Italia" (21 marzo-21 giugno 2016). In questo talk verrà brevemente presentato il progetto, i suoi obiettivi e i suoi contenuti, nonchè la sua particolare struttura "a rete", che coinvolge cinque sedi sparse su tutto il territorio nazionale (Padova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo). E' il primo tentativo di questo genere di coordinamento interno ad INAF per i beni storico-culturali, per cui la mostra - tuttora in corso - presenta un carattere sperimentale, dal quale potranno trarsi utili valutazioni in merito alle possibilità di fruizione e valorizzazione dell'ingente e prezioso patrimonio storico dell'INAF.

 

A. Rifatto – SAIt & INAF/Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Napoli

Il Planetario: una sfida moderna nell’interazione tra approccio formale e non formale della conoscenza  - Stato del progetto.

 

Nel corso della presentazione sarà fatto il punto sullo stato di questo progetto congiunto tra SAIt, INAF e Infini.to – Planetario di Torino, finanziato dal MIUR nell’ambito degli “Accordi e Intese – Titolo IV”, ex Legge 6/2000 – annualità 2014.

I principali obiettivi del progetto sono:

Potenziamento delle esperienze maturate localmente nel campo delle attività con i Planetari, considerato che queste attività coinvolgono sempre un numero molto elevato di studenti e pubblico generico diventando così, di fatto, il mezzo più efficace per avvicinare l'astronomia e, più in generale, la scienza ai giovani.

Realizzazione di una rete e di un coordinamento del patrimonio di esperienze diverse (scientifiche, divulgative, didattiche e tecnologiche) già maturate all’interno dei Planetari dei soggetti proponenti, con lo scopo di formare operatori e divulgatori scientifici che possano garantire uniformità, qualità e adeguatezza dei contenuti, e di realizzare unità didattiche e interdisciplinari comuni.

Uso del Planetario come strumento privilegiato nell’interazione tra approccio formale e non formale della conoscenza per favorire l’inclusione sociale di tutti e, in modo particolare, di coloro che non sono stati fortunati con il sistema d’istruzione formale.

Uso del Planetario come strumento per il raggiungimento delle competenze di base per l’apprendimento permanente in ambito scientifico e tecnologico, come raccomandato dal Parlamento Europeo (18/12/2006). Tali competenze di base riguardano la padronanza, l’uso e l’applicazione di conoscenze e metodologie che riescano a spiegare il mondo naturale in modo semplice, e il Planetario è uno strumento didattico che ben si presta a tale scopo.

 

 

Olimpiadi di Astronomia: un esempio di collaborazione SAIT-INAF (Cutispoto)

Didattica nella scuola media (C. Spezzano)

Comunicazione INAF e D&D: media.inaf.it e oltre (M. Malaspina, M. Galliani)

 

Marco Galliani e Marco Malaspina (Ufficio comunicazione INAF, Roma)

Di noi ti puoi fidar

 

«Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai. Noi sapremo sfruttare le tue qualità. Dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso per la celebrità!». E invece no, purtroppo non possiamo promettervi tanto. Ma come Ufficio stampa e Media INAF qualcosa, per le ricercatrici e i ricercatori dell'Ente, lo possiamo fare. Si tratta di due servizi con obiettivi e destinatari ben distinti, benché spesso vengano percepiti – all'interno dell'INAF – come un'unica entità. Un'ambiguità, questa, a volte fonte d'incomprensioni e fraintendimenti (per esempio, fra comunicati stampa e "news"). Ambiguità che nel nostro talk proveremo a dissipare. Chiarendo le diverse funzioni, proponendo modalità d’interazione e illustrando alcuni cambiamenti in atto e in arrivo. Ufficio stampa e Media INAF, dunque: due servizi (e una piccola ma affiatata squadra di persone) che si fanno in quattro per voi.

 

Simona Cerrato (MediaLab Sissa, Trieste)

Scienziate e scienziati impegnati nella comunicazione: motivazioni, opportunità e barriere

Perché scienziate e scienziati devono impegnarsi nella comunicazione della scienza? Quali sono le barriere che impediscono la loro partecipazione nel dialogo con la società? Che cosa si può fare per facilitare la partecipazione? A partire dall’esperienza della Children University della SISSA, sono emersi due tipi di motivazioni. La prima è personale, cioè il desiderio di migliorare le proprie abilità e la curiosità per un’attività nuova. La seconda, più complessa, riguarda invece la percezione del proprio ruolo nella società: molti e molte sentono il bisogno di promuovere la scienza e la sua importanza, desiderano avere un impatto sulla percezione pubblica della scienza e instillare l’amore per la scienza nelle giovani generazioni. In genere tutte e tutti esprimono il bisogno di migliorare le loro capacità comunicative partecipando a corsi di formazione professionali e concordano sul fatto che la comunicazione della scienza debba diventare parte obbligatoria di tutti i programmi di PhD. Inoltre, affinché le attività di public engagement diventino qualcosa di più e di meglio che qualche esperienza sporadica, frutto della buona volontà dei singoli, è essenziale un forte impegno istituzionale per promuovere, reclutare, incoraggiare e supportare coloro che decidono di essere parte di queste iniziative.

 

ll futuro della D&D e Comunicazione INAF

              a) Nuova organizzazione del gruppo D&D (coordinatore nazionale)

              b) Nuova struttura per la Comunicazione (responsabile Ufficio Stampa, Responsabile testata MediaINAF

              c) Sinergia INAF-SAIt (R. Buonanno, G. Trinchieri)

              d) Sinergia INAF - altri Enti (portavoce INFN, ASI)

              e) Il punto di vista di una docente (A. Misiano)

              f) La "visione" del Presidente (N. D'Amico)

 

 

Venerdi 6 maggio

 

Cosa manca?

 

JWST (M. Tosi)

CMB (De Bernardis)

Sistema Solare esterno e sample return da asteroidi (F. Capaccioni, E. Dotto)

Tavola rotonda condotta da N. Vittorio e con la partecipazione di S. Borgani, il Direttore Scientifico INAF, e il presidente del Consiglio Scientifico INAF

 

 

Comunicare la scienza

 

Luciano Ammenti (Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma)

La Biblioteca Vaticana e la conservazione digitale a lungo termine

 

L'obiettivo della Biblioteca Vaticana negli ultimi 500 anni è stato quello di preservare per le future generazioni le collezioni di manoscritti posseduti. Con i metodi tradizionali e fino a ieri utilizzati, ci siamo resi conto che sono state divulgate tra i nostri studiosi, non più del 20% delle nostre collezioni. Partendo da questa premessa, con il progetto di conservazione digitale a lungo termine, iniziato nel 2011 la Vaticana ha posto le basi per consentire l'utilizzo e lo studio di tutte le sue collezioni digitalizzate via web in piena sinergia con i principi fondamentali riguardanti il rispetto e la conservazione delle collezioni dei manoscritti.

Il tema ricorrente negli ultimi tempi è la gestione e l’archiviazione a lungo termine di grandi quantità di dati, “ BIG DATA “ per cui nasce la necessità di interpretare il dato generato dalle numerose fonti di informazioni come un oggetto del quale analizzare confrontare e memorizzarne i contenuti in un file system di tipo HDFS.

I metodi tradizionali offrono rigide procedure disciplinate dai protocolli che non sono stati aggiornati con la stessa evoluzione subita dagli strumenti di elaborazione del dato.

A complicare lo scenario si aggiunge il fatto che, non vi è alcun formato standard condiviso, sia per la memorizzazione delle immagini che per il formato relativo alla

memorizzazione del testo.

Partendo da questi presupposti rimane complicato ed impensabile poter elaborare piani di investimento per logiche di conservazione a lungo termine che vedano un arco temporale di 100 anni un traguardo facilmente superabile. Provate a pensare per un momento di non avere vincoli di ingestion in fase di selezione documentale e di avere chiaro come per assicurare il futuro accesso a tali documenti. Provate ad immaginare un contenitore “Il DATA LAKE “ di documenti in grado di generare sinapsi logiche che aumentano di giorno in giorno e che popolano gli indici di ricerca che consentono all'utente un risultato innovativo nell'espressione di logica deduttiva della ricerca.

Provate ad immaginare, la ricerca non solo come un espressione dei parametri definiti

dall'utente, ma anche un insieme di dati suggeriti dal sistema e derivanti da precedenti ricerche effettuate.

Si pensi, infine, la possibilità di utilizzare un formato standard per la memorizzazione di immagini il FITS e conservare in questo formato ogni tipo di documento sia analogico che digitale, legandone i contenuti ai più consolidati standard della gestione e conservazione di documenti digitali.

Avrete il sistema di conservazione digitale a Lungo termine della Biblioteca Vaticana.

 

Caterina Boccato (INAF-OA Padova)

Integrazione D&D e ricerca - Una possibile risposta pratica a una delle sfide insite nella terza missione

 

Se c’è una diffusa difficoltà a sviluppare una cultura del coinvolgimento pubblico ci sono dei motivi reali e comuni, nei diversi Paesi, alle università e agli enti come il nostro, l’INAF, che è comunque uno dei più attivi in questo campo. 

Le motivazioni sono spesso legate alla mancanza di staff in numero sufficiente e adeguatamente preparato. Risulta sempre più evidente la necessità di vedere un maggior numero di ricercatori impegnati nelle attività di diffusione e apprendimento informale verso il pubblico. Ma essi si scontrano con reali problemi di tempo e soprattutto di riconoscimento professionale. C’è però un notevole margine di miglioramento, possibile stabilendo un metodo di valutazione realistico, da mettere in pratica nel nostro contesto. Una proposta nasce dall’Astrobiology Institute della NASA dove si applica il metodo dell’analisi d’impatto quantitativa e collaborativa (IAM) adattato alla nostra realtà e integrato con alcune iniziative di valutazione già in atto in alcune delle nostre sedi INAF. E’ possibile sviluppare inizialmente un breve corso interno, della durata di mezza giornata, rivolto in una prima fase ai responsabili della didattica e divulgazione nelle varie sedi i quali, nell’ottica sopra esposta fungono da veri e propri facilitatori.  Il corso dovrebbe fornire gli strumenti per iniziare ad applicare tale metodo di valutazione e realizzare in questo modo, attraverso appunto i facilitatori, un portfolio di attività di POE per i ricercatori e il loro conseguente accreditamento professionale.

In questo talk si presentano le premesse per poter sviluppare il suddetto corso.

 

Sabrina Masiero e Caterina Boccato, INAF-Osservatorio Astronomico di Padova

INAF sbarca su AltriMondi

 

“AltriMondi-Uno, Nessuno Centomila… Sistemi Solari” è il progetto web dell’INAF-Istituto Nazionale di Astrofisica dedicato alla divulgazione delle tematiche riguardanti i pianeti extrasolari nell’ambito del programma osservativo GAPS-Global Architecture of Planetary Systems con il cacciatore di pianeti HARPS-N montato al TNG-Telescopio Nazionale Galileo. Il progetto ha come obiettivo principale quello di far conoscere al pubblico le attività di ricerca e sviluppo tecnologico portate avanti, in Italia, da un'ampia comunità scientifica di astronomi, ricercatori e tecnologi che operano presso quasi tutte le strutture dell’INAF. A vent’anni dalla scoperta del primo pianeta orbitante attorno a una stella diversa dal Sole il numero dei pianeti extrasolari scoperti e studiati è salito vertiginosamente così come il numero di ricercatori italiani impegnati in questo campo.

Attualmente il progetto AltriMondi è indicato particolarmente per gli studenti della Scuola secondaria di primo grado e per il pubblico adulto non professionista. Per di più, oggi il Web è, a tutti gli effetti, una piattaforma di aggregazione e condivisione non solo di contenuti e informazioni ma anche di esperienze e persone. Per questo il progetto si sviluppa in modo bottom-up, partendo cioè dalle diverse piattaforme web utilizzate quali: la comunità Facebook (www.facebook.com/GAPSaltrimondi), il profilo Twitter

https://twitter.com/exoplanetsit già esistente, la piattaforma di condivisione delle presentazioni Slide Share (www.slideshare.net/Altrimondi) e il portale per la didattica dell’INAF (http://edu.inaf.it). Uno degli obiettivi di tutto il progetto è quello di sfruttare il più possibile tutti i tipi di contenuti presenti anche per organizzare incontri e lezioni frontali con il pubblico e gli studenti, siano esse tenute da astronomi professionisti, astrofili o insegnanti. Sulla sua home page verranno inoltre pubblicate periodicamente notizie sulle scoperte più recenti, sugli esperimenti in corso e sugli strumenti di osservazione utilizzati in questo campo di ricerca avanzata.

“AltriMondi-Uno Nessuno Centomila… Sistemi Solari” è un’iniziativa dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e della Fundación Galileo Galilei-Telescopio Nazionale Galileo (FGG-TNG), finanziata tramite il progetto premiale WOW-A Way to Other Worlds e nata nell’ambito del progetto GAPS-Global Architecture of Planetary Systems.

 

Giangiacomo Gandolfi (Planetario di Roma)

Storytelling astronomico per il XXI  secolo: stelle e narrazione tra letteratura, teatro e comunicazione scientifica

 

Partendo dall’analisi dello sfuggente concetto di Storytelling, ingombrante leitmotiv del panorama culturale contemporaneo, propongo di riconoscerne la rilevanza e l’impatto anche nel campo della produzione e della comunicazione della scienza, sulla base del modello tripartito di “piacere intellettuale” introdotto da Jorge Wagensberg (1998) o in alternativa della definizione operativa corredata di regole empiriche offerta da Bickmore (2006). Se si accettano queste chiavi interpretative si dischiudono gli orizzonti fecondi e

interdisciplinari della tropologia applicata al pensiero scientifico (Hallyn, 1987 e 2004) e diventa utile un’analisi morfologica della sua narrazione (Trench, 2015).

 

A fronte di queste riflessioni teoriche che cercano di accomodare lo Storytelling nel dibattito epistemologico, un rapido sguardo al contemporaneo mondo della letteratura, del teatro e della comunicazione scientifica in ambito specificatamente astronomico rende evidente il crescente livello di osmosi tra fiction e descrizione scientifica della Natura, una tendenza plasticamente rappresentata dal moltiplicarsi di biografie astronomiche romanzate e dal non trascurabile numero di astrofisici che negli ultimi anni si sono convertiti alla scrittura creativa.

 

Valeria Zanini (INAF-OA Padova)

Storie di uomini, storie d’astronomia: esperienze teatrali per dare vita al patrimonio culturale

 

Da diversi anni l’attività teatrale è entrata di diritto tra le forme della comunicazione non formale della scienza, grazie soprattutto al potente coinvolgimento emotivo che si riesce a instaurare tra attori e spettatori.

All’Osservatorio Astronomico di Padova, dal 2010, si è cominciato a sperimentare questa forma comunicativa alternativa nell’ambito delle attività museali e delle ricerche di storia dell’astronomia: inizialmente si sono realizzate delle ‘visite animate’ all’interno del percorso museale, messe in scena dalla compagnia teatrOrtaet, e successivamente si è promossa una intera rappresentazione incentrata sulla figura storica dell’astronomo Giuseppe Lorenzoni (1843-1914), prodotta da Filippo Tognazzo di Zelda – Compagnia teatrale professionale. In queste rappresentazioni gli astronomi dei secoli passati, gli studi e i documenti da loro prodotti, i libri e gli strumenti dell’epoca da loro utilizzati sono divenuti il soggetto principale dei testi teatrali e, grazie all’interpretazione degli attori professionisti, hanno ‘preso vita’, raccontando la storia e i progressi compiuti dagli antichi astronomi in

modo alternativo, innovativo e coinvolgente, senza mai decontestualizzare i beni storici stessi.

A partire da queste esperienze è nato anche lo spettacolo teatrale, prodotto sempre da Filippo Tognazzo, "Starlight: settemillimetri di universo” che sta affiancando la mostra diffusa /Starlight: la nascita dell’astrofisica in Italia/, realizzata e ospitata dalle sedi INAF di Firenze, Napoli,  Padova, Palermo e Roma.

 

 

Esito del Workshop e azioni future (Maggio)