LXVI Congresso nazionale della Società Astronomica Italiana

3 Jun 2025, 13:00 → 6 Jun 2025, 17:25 Europe/Rome

Terzo Piano (Palazzo Affari, Firenze)

Il LXVI Congresso Nazionale della Società Astronomica Italiana (SAIt), dal titolo “Dal Sistema Solare all'Universo profondo: di progetto in progetto, una staffetta verso il futuro",  si terrà a Firenze dal 3 al 6 Giugno 2025.

Il Congresso vuole da un lato celebrare l’importante contributo scientifico di missioni che stanno per finire o hanno da poco finito la fase osservativa, come Integral e Gaia, dall’altro mettere in evidenza i progressi attesi in tutti gli ambiti astrofisici, sia dal punto di vista scientifico che tecnologico, grazie alle nuove missioni spaziali e ai progetti da terra come, ad esempio, Euclid, Ariel, Plato, Juice, Bepi Colombo, LSST, ELT, SKA, CTA, ET. 

L’obiettivo è quello di favorire la discussione e il confronto tra esperti di vari ambiti e varie generazioni, in una staffetta verso il futuro, sia in termini di strumenti che di attori, all’interno della comunità astrofisica italiana. 

Sarà dedicato inoltre uno spazio all’insegnamento dell’astronomia,  disciplina non curriculare nel nostro ordinamento scolastico, che si caratterizza per il suo elevato contenuto interdisciplinare, la sua forte valenza culturale e formativa, ed infine al tema della valorizzazione del patrimonio storico-bibliografico.

Durante il Congresso si terrà anche l’Assemblea annuale dei Soci, fondamentale punto di scambio di idee e di confronto tra le diverse realtà che contraddistinguono l'associazione, e avrà luogo l’assegnazione dei  premi SAIT.

Al congresso sarà dedicato un volume delle Video Memorie della SAIt a cura della Redazione.

Infine, per la prima volta, sarà istituito un premio per la migliore presentazione orale, selezionata in base alla votazione dei partecipanti. Il premio sarà consegnato durante le premiazioni SAIt (venerdì 6 giugno pomeriggio)

Tuesday 3 June

1 Registrazioni/Accoglienza/Desk

Saluti istituzionali: Patrizia Caraveo (Presidente SAIt), Simone Esposito (Direttore INAF-Osservatorio astrofisico di Arcetri), Lorenzo Becattini (Presidente Firenze Fiera)

Cosmogonia della via lattea: da Gaia e la sua legacy ai progetti futuri (chair: M. Marconi)

2 Stato della missione Gaia e dei suoi obiettivi scientifici primari, con particolare riferimento al disco della Via Lattea

La missione Gaia dell’ESA sta attualmente svolgendo un ruolo cruciale per lo studio della nostra Galassia, grazie alla mole senza precedenti di dati fotometrici, spettroscopici ed astrometrici ad altissima precisione che ha prodotto e che produrrà negli anni a venire. La storia evolutiva della Via Lattea può pertanto essere esplorata con un dettaglio senza eguali mediante l’analisi della distribuzione spaziale delle stelle, delle loro proprietà cinematiche e delle loro abbondanze chimiche. Nella prima parte di questo talk, farò il punto sullo stato della missione dopo la conclusione della presa dei dati scientifici in orbita e sullo stato della preparazione dei futuri rilasci di dati, attualmente previsti per fine 2026 (Gaia DR4) e per il 2030 (Gaia DR5). La seconda parte del talk sarà dedicata allo sfruttamento scientifico dei dati di Gaia, con particolare attenzione al disco Galattico e alle sue strutture non-assi-simmetriche, come la barra centrale, i bracci a spirale e il warp nelle parti esterne. Descriverò gli enormi miglioramenti che la comunità scientifica ha recentemente ottenuto nella mappatura spaziale, chimica e cinematica del disco, e delle forti implicazioni di tali risultati sull’evoluzione dinamica della nostra Galassia. Presenterò inoltre alcuni recenti risultati sul rilevamento di un’onda verticale (chiamata “Great Wave”), che si estende per almeno 10 kpc nel disco Galattico. Discuterò infine le strade che si possono intraprendere per affrontare le grandi questioni aperte sull’evoluzione dinamica del disco Galattico, traendo vantaggio dai dati disponibili nei prossimi decenni.

Speaker: Poggio, Eloisa (INAF OATo)

3 Principali contributi di Gaia e della sua legacy alla spettro-fotometria delle popolazioni stellari con particolare riferimento all’alone ed alle componenti accresciute della Via Lattea

Le distanze, le velocità, le magnitudini e gli spettri di Gaia ci hanno permesso un enorme balzo in avanti nella nostra comprensione della formazione gerarchica della Via Lattea. L'alone della nostra galassia è la componente che conserva al meglio le informazioni riguardo a eventi occorsi nel lontano passato, anche agli albori della formazione galattica. In questo intervento cercherò di dare un'idea dei principali risultati ottenuti fin'ora in questo campo e degli ulteriori importanti progressi che ci si aspettano con le prossime data release della missione.

Speaker: Bellazzini, Michele (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

03.06.2025_Bellazzini_forPublication.pdf

4 Principali contributi di Gaia e della sua legacy sulle stelle variabili e la calibrazione della scala delle distanze

Variable stars play a crucial role in several areas of astrophysics, as they provide an additional observable beyond flux: their luminosity or radial velocity variation with time. These variations—whether periodic or aperiodic—are linked to intrinsic stellar properties, allowing different classes of variable stars to serve both as population tracers and distance indicators.

The advent of the Gaia mission, particularly Data Release 3 (DR3), has had a profound impact on the study of variable stars, delivering high-precision photometric and radial velocity time series for tens of thousands of objects, along with accurate distance estimates derived from parallax measurements.

In this contribution, I present a brief overview of the Italian involvement in this field within the framework of the DPAC consortium. I will highlight key scientific results obtained following the release of DR3, as well as current efforts to improve data treatment in preparation for the upcoming DR4.

Finally, I will summarize the most significant results achieved with Gaia DR3 in the context of the cosmic distance scale using Classical Cepheids, and discuss the prospects for DR4.

Speaker: Ripepi, Vincenzo (INAF OACN)

5 Principali contributi di Gaia e la sua legacy all’astrometria relativistica con particolare riferimento alla comprensione della natura della gravità a tutte le scale all’interno della Via Lattea ed oltre

"L'antica branca dell'astronomia dedicata alla misura delle posizioni delle stelle e dei loro movimenti nell'Universo è oggi dominata dalla teoria di Einstein. Le misure astrometriche spaziali ad alta precisione, inaugurate dal satellite Gaia dell'ESA, difatti costringono l'astronomia fondamentale a passare dal paradigma classico, che risponde alla gravità di Newton, a quello della Relatività Generale di Einstein, l'attuale teoria standard della gravità. Tali modelli avanzati, elaborati per analizzare i dati astrometrici di Gaia, offrono la possibilità unica di creare un laboratorio multidisciplinare per testare con un dettaglio senza precedenti le teorie della gravità e la cinematica/dinamica della Via Lattea, per sondare l'intera Galassia come prodotto dell'evoluzione cosmologica (cosmologia locale) ovvero le relazioni tra le strutture barioniche (e la loro evoluzione) e le componenti oscure dell'Universo, nonché fornire il modello migliore per altre galassie simili.
Inoltre, alla scala dell'osservatore, l'astrometria gravitazionale offre nuove tecniche per osservare minuscole variazioni nel tessuto dello spaziotempo indotte da masse interposte o onde gravitazionali di passaggio. In particolare, la grande quantità di informazioni accumulata in oltre 10 anni di osservazioni dal satellite Gaia può essere sfruttata per individuare possibili deboli firme gravitazionali nei dati grezzi astrometrici d'epoca e per potenziare ulteriormente sia le sinergie tra i rivelatori di onde gravitazionali sia i metodi che misurano i tempi di arrivo dei segnali della pulsars.
In breve, l'astronomia gravitazionale è, nella sua nuova veste, parte della fisica fondamentale e strumento essenziale per costruire una mappa spaziotemporale del nostro Universo, un’eredità imprescindibile per i progetti in corso e futuri."

Speaker: Crosta, Mariateresa (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

6 Oltre Gaia: GaiaNIR

The data products of the Gaia mission are revolutionizing our understanding of the Galaxy, producing huge scientific advancements in virtually any field of astrophysics. However, the ~2 billion stars measured by Gaia represent only 1% of our Galaxy. Since Gaia is observing in the visible, we face severe limitations in the crucial inner regions of the Galaxy (disk, bulge, bar and Galactic centre) that are heavily obscured by interstellar dust. While the Gaia Consortium is working towards the 4th and 5th data releases, the scientific community is preparing a Gaia-like survey mission expanding the wavelength range to the NIR, GaiaNIR. A white paper (Hobbs et al. 2021) was submitted to the ESA call Voyage 2050. In the Voyage 2050 final recommendations, the expert panel identified GaiaNIR as one of the top priorities for a future L mission under the “From temperate exoplanets to the Milky Way” theme. In this talk we will present the GaiaNIR science case and preparation status.

Speaker: Vallenari, Antonella (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

7 Survey spettroscopiche di popolazioni stellari giovani

"Stars do not form in isolation but in stellar systems composed of a number of siblings ranging from a few tens to several thousands. Understanding the formation and evolution of these stellar systems as well as the processes driving the evolution of stars before they arrive on the main sequence is a key question in galactic astronomy. During the last decade the combination of astrometric, photometric and spectroscopic data from the Gaia space mission and its associated ground-based surveys have lead to several progress in this field.
However, current datasets suffer of two main shortcomings: they are mostly based on optical observations, so we are not able to investigate the earliest stages of cluster life, when they are still embedded in molecular clouds, and spectroscopic data coming from multi-object spectrographs are usually limited to the inner and most dense
part of the cluster. In this talk, I will present two spectroscopic surveys that will be carried out with the new multi-object spectrographs MOONS at the VLT and 4MOST at VISTA.
The first will gather infrared spectra of about 10 embedded young clusters to investigate their structural and kinematic properties at their earliest stages. While the 4MOST survey will observe ~100,000 candidate young stars within 500 pc selected independently from their
position and kinematic to investigate the properties of young unbound stellar populations."

Speaker: Sacco, Giuseppe Germano (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

8 GaiaUnlimited: The old stellar disc of the Milky Way as traced by the Red Clump

Speaker: Khanna, Shourya (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

16:31 Coffee Break

L'astrofisica delle alte energie: da Integral a CTAO (chair: P. Ubertini)

L'astrofisica delle alte energie: da Integral a CTAO (chair: P. Ubertini)

9 La legacy di INTEGRAL dopo 22 anni nello spazio

Speaker: Ferrigno, Carlo (University of Geneva)

10 Il contributo di AGILE all’astrofisica delle alte energie

"AGILE has been a unique and remarkably successful space mission of the Italian Space Agency (ASI), with mail contributions from INAF and INFN. Operating for nearly 17 years—from its launch on April 23, 2007, to its re-entry on February 14, 2024—AGILE made significant contributions to high-energy astrophysics and geophysics. Its wide field-of-view (2.5 rad) and rapid alert system enabled the detection of many unexpected phenomena, most notably the discovery of intense and rapid gamma-ray flares from the Crab Nebula on daily timescales— an achievement awarded with the 2012 Bruno Rossi Prize – and the discovery of the first evidence of hadronic cosmic-ray acceleration in Supernova Remnants.

In this presentation, I will review AGILE’s most important scientific results, from its key role in the study of the cosmic-ray origin to the recent advances in the study of Gamma-Ray Bursts (GRBs), Fast Radio Bursts (FRBs) and in the search for electromagnetic counterparts of Gravitational Wave (GWs) and high-energy neutrino sources, all important contributions to multi-frequency and multi-messenger astrophysics.

AGILE demonstrated how a compact and fully Italian mission could achieve a top scientific impact and visibility at the international level. Although the satellite’s in-orbit phase has ended after many years of operation (a world record for its class), its rich data archive remains open to the community and continues to support ongoing research with the potential of additional discoveries in the years to come."

Speaker: Dr Cardillo, Martina (INAF- IAPS)

2025_06_03 - Cardillo.pdf

11 Il futuro dell'astrofisica delle alte energie dallo spazio

Nel corso degli ultimi anni, grazie a particolari condizioni favorevoli, sono stati avviati alcuni importanti programmi di sviluppo
nel campo dell’Astrofisica spaziale il cui coordinamento è stato affidato, in parte o per intero, ad istituzioni scientifiche italiane.
Tali nuove iniziative sono state introdotte al fine di sostenere e rafforzare la politica spaziale nazionale integrandosi in modo complementare
e sinergico con le attività già in corso di svolgimento. A tale categoria di nuove iniziative appartengono
il PRogramma per la RIcerca Spaziale di base (PRORIS) e la Piccola Missione Nazionale.

Speaker: Argan, Andrea (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

12 Astrofisica delle alte energie: esplorando le frontiere delle energie estreme

L'astronomia dei raggi gamma affonda le sue radici nella Bologna degli anni '60, con la realizzazione di uno dei primi esperimenti al mondo dedicati alla rivelazione di questa misteriosa radiazione. Tuttavia, è negli anni '90 e nei primi anni 2000 che l'astronomia dei raggi gamma emerge come un campo di ricerca fondamentale per l'astronomia italiana. La missione BeppoSAX, con la sua scoperta dei lampi di raggi gamma (GRBs), e la costruzione dello strumento IBIS a bordo del satellite INTEGRAL ne sono testimonianze straordinarie. In questo periodo, oltre ai GRBs, sono state scoperte le prime pulsar a raggi gamma e, grazie a INTEGRAL, è stato effettuato il primo censimento delle sorgenti gamma di bassa energia (MegaelectronVolt).

Con il lancio dei satelliti AGILE e Fermi/LAT, l'Italia ha consolidato il suo ruolo di leader nell'astronomia dei raggi gamma alle alte energie (GigaelettronVolt), per poi entrare anche nel mondo delle collaborazioni internazionali con i telescopi Cherenkov, come MAGIC, ASTRI e, infine, il CTAO che osservano l’Universo estremo alle altissime energie (TeraelettronVolt). Quest'ultimo, il primo osservatorio di raggi gamma da terra in fase di costruzione, vede l'Italia protagonista nella sua realizzazione. In questo contributo, esplorerò i risultati più significativi ottenuti nel campo delle alte e altrissime energie dalla generazione di telescopi ancora in operazione, concludendo con le attese scientifiche per il futuro osservatorio CTAO e dei futuri satelliti in banda gamma di bassa energia Theseus e Hermes

Speaker: Zanin, Roberta (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

20250603_GammaRayAstronomyInItaly.pdf

13 Supernova Rements & Pulsar Wind Nebulae come visti da IXPE

With the launch of the NASA/ASI IXPE satellite, the first one devoted to X-ray polarimetry, a new observational windows has open for the study of X-ray emitting sources, both Galactic and Extra-Galactic. After 3 years of operations, several tens of sources have now been observed and their polarimetric properties have been measured, making IXPE one of the most successful missions of the last few years, as testified by the 2024 Rossi Prize. Among the many classes, particularly relevant are extended Galactic sources like Supernova Remnants, and Pulsar Wind Nebulae, which are known to be very efficient high-energy particle and cosmic rays accelerators. For the first time we are now able to observe the geometry of the magnetic field, and constrain the properties of magnetic turbulence. I will present the first 3-year of results by IXPE in the study of these systems, and I will show how relevant the latter have been to our understanding of the former.

Speaker: Bucciantini, Niccolo' (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

14 Sorgenti X binarie di tipo Be: studio degli estremi di accrescimento con il telescopio XMM-Newton

"Be-type X-ray binaries (BeXRBs) are systems composed of a neutron star (NS) orbiting a Be star. In this presentation I will show how, thanks to observations of ESA's XMM-Newton telescope, it was possible to study these sources in two cases that are at the opposite ends of the matter accretion: the persistent BeXRBs, with low luminosity and long orbits (Porb > 100 d), and the transient BeXRBs, with periods of a few days, during the outburst phases.
In persistent sources, the emission spectra show a hot thermal component (kT = 1-2 keV) that contributes for 30-40 % of the total flux and has a size consistent with that estimated for the polar cap of the NS. In these sources, the magnetic field of the NS causes the matter transfer from the wind of the companion Be star directly to the polar caps of the NS, at a rate low enough to make them visible.
In transient sources, instead, the spectra show a colder thermal component (kT = 0.1-0.2 keV) but of large dimensions, comparable to the magnetospheric radius; this component is variable along the pulse and contributes only marginally to the total flux. In these cases, the transfer of matter occurs through an accretion disk, truncated at the magnetospheric radius; the accretion rate is so high that it obscures the polar caps, but the primary X-ray emission has a ""fan-beam"" geometry and is reprocessed at the inner edge of the accretion disk, thus generating the observed thermal component."

Speaker: La Palombara, Nicola (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

Wednesday 4 June

La time domain astronomy: verso la prima luce di Rubin LSST e di SOXS (chair: M.G. Lattanzi)

La time domain astronomy: verso la prima luce di Rubin LSST e di SOXS (chair: M.G. Lattanzi)

15 Una rivoluzione nella ’time domain astronomy’: Vera C. Rubin Observatory Legacy Survey of Space and Time (LSST)

"Vera C. Rubin Observatory Legacy Survey of Space and Time (LSST) sara’ rivoluzionario per diversi aspetti: la cadenza temporale, la porzione di cielo osservata, la quantita’ di dati che mettera’ a disposizione in diversi filtri (ugrizy) per i prossimi dieci anni a partire da quest’anno.
Ogni notte 10 milioni di eventi “time domain” saranno resi disponibili alla comunita’ tramite i broker dopo 60 secondi, permettendo follow-up spettroscopici con tempistiche cruciali.

In questo seminario discutero’ i dettagli di Rubin LSST e le attivita’ della Science Collaboration, in particolare della Transients and Variable Stars, la partecipazione italiana nella LSST Discovery Alliance, la preparazione dell’utilizzo dei futuri big data di questa survey e di questo strumento che potrà essere usato come discovery machine e permettera’ di rispondere a domande aperte fondamentali per investigare i processi astrofisici legati alla comprensione di fenomeni transienti e variabili su tutti i tempi scala, da ore all’intera durata della survey, sia extragalattici che nel Sistema Solare e nella nostra Galassia."

Speaker: Bonito, Rosaria (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

16 L’impatto di SOXS sulla astronomia dei transienti

SOXS (Son Of X-Shooter) is the new ESO instrument of the 3.58-m New Technology Telescope at the La Silla Observatory. It is a single-object spectrograph offering a wide simultaneous spectral coverage from U- to H-band (350-2000 nm). The instrument is going to become one of the main follow-up instruments in the Southern hemisphere for the classification and characterization of transients, e.g. providing the spectroscopic counterparts to the ongoing and upcoming imaging surveys. The NTT+SOXS system is specialized to observe all transients and variable sources discovered by imaging surveys, as well as from space missions. This will be made possible by a flexible remote scheduler, maintained by the consortium, which will interface with the ESO observatory software infrastructure. SOXS is realized timely to be highly synergic with transient discovery machines like the Vera C. Rubin Observatory. In early 2025, the instrument has been integrated and tested in Chile, where the commissioning is currently ongoing.

Speaker: Schipani, Pietro (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

17 Il vento estremamente clumpy nella sorgente quasar luminosa PDS 456 rivelato da XRISM

The presence of blue-shifted iron K absorption features in the spectra of nearby AGN was revealed over 2 decades ago with the first XMM-Newton observations of nearby AGN. They indicate the presence of powerful ultra-fast outflows launched from the innermost regions of the accretion disk with velocities up to 0.3c.
After the successful launch of the XRISM observatory, we now are entering a new era, where the superb spectral resolution of the calorimeter is providing an unprecedented view of these disk winds. Here I will report on the new results from the March 2024 XRISM campaign on the prototype disk wind PDS 456. The astonishing XRISM result is that the disk wind is clumpy and composed of at least five discrete high-velocity components with outflowing velocity ranging between 0.23c and 0.33c. The observation also revealed a strong Fe K emission, implying a wide opening angle of the wind. The inferred kinetic power is higher than what was previously estimated and similar to the Eddington luminosity of the QSO.

Speaker: Braito, Valentina (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

18 Il ruolo della fisica fondamentale nei modelli numerici di esplosioni magnetorotazionali

Massive stars at the end of their life typically experience the gravitational collapse of their iron core, leading to supernova explosions. These events not only generate compact stellar remnants, but also regulate the dynamics of their host galaxies and their chemical composition by producing new elements. In the most extreme cases where fast rotation and strong magnetic fields are both present, such stellar exposions can give rise to the most energetic transient phenomena and lead to the nucleosynthesis of r-process elements.

Despite the great advances in the theoretical modeling of extreme stellar explosions (in particular, magneto-rotational core-collapse supernovae), it remains unclear how the current uncertainties in our knowledge of the equation of state of nuclear matter can affect the dynamical and multi-messenger predictions of extreme core-collapse supernovae. Moreover, numerical codes often adopt different approximations for fundamental physical ingredients such as neutrino-matter interactions and general relativistic effects, thus making more difficult to produce reliable quantitative estimates.

This work investigates the impact of modeling approximations in axisymmetric simulations of magnetorotational supernova explosions, incorporating magnetohydrodynamics, neutrino-matter interactions, nuclear equation of states, and the effects of general relativity. By applying different configurations (used in the literature) using the same stellar progenitor, we quantify the sensitivity of key physical outcomes to these approximations. These study allows us to not only gauge the uncertainties of current state-of-the-art models of core-collapse supernovae, but also improve their quantitative estimates of gravitational waves and neutrino emission, the dynamics of the explosion, and the thermodynamic conditions where explosive nucleosynthesis occurs.

Speaker: Celati, Andrea (INFN - Sezione di Firenze)

10:37 Coffee Break

L’astronomia multimessenger verso il futuro: ET, LISA, IceCube, KM3NeT e… i fotoni (chair: S. Zaggia)

L’astronomia multimessenger verso il futuro: ET, LISA, LGWA e IceCube, KM3NeT e… i fotoni (chair: E. Brocato)

19 Astronomia multi-messaggero nell’era dell’Einstein Telescope

La prossima generazione di rivelatori di onde gravitazionali (GW) terrestri è destinata ad ampliare in modo significativo l’orizzonte delle sorgenti di GW osservabili nella gamma di frequenze compresa tra pochi Hz e 10$^4$ Hz. Per le fusioni di sistemi binari compatti — binarie di buchi neri e stelle di neutroni di massa stellare — questo si tradurrà nella rivelazione di diversi segnali ad alta confidenza ogni giorno. L’osservazione fotometrica e spettroscopica dell’emissione elettromagnetica (EM) di queste sorgenti, a partire dal più presto possibile dopo la fusione (e possibilmente anche prima), ha il potenziale di rivoluzionare la nostra comprensione di aspetti relativi a molte branche della fisica, inclusa la cosmologia, la fisica nucleare, l’astrofisica delle alte energie e l’evoluzione dei sistemi binari di stelle massicce. Se una rete di rivelatori GW sarà operativa insieme all’Einstein Telescope (ET), la localizzazione in cielo dei segnali più intensi tra questi potrà essere estremamente precisa (per gli standard GW), ma per la maggior parte delle sorgenti la posizione in cielo sarà localizzata in regioni di almeno alcune decine di gradi quadrati, che andranno scandagliate in tempi brevissimi alla ricerca della controparte: questo porrà una grande sfida alla comunità astronomica dei transienti, che andrà affrontata con nuovi strumenti e approcci innovativi.

Speaker: Dr Salafia, Om Sharan (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

2025_SAIt_ET.pdf

20 Le grandi prospettive scientifiche di LISA

Galaxy mergers play a key role in the growth of supermassive black holes (SMBHs), yet a complete census of dual and binary AGN remains a major observational challenge. These systems are the electromagnetic precursors to SMBH mergers, prime targets for LISA. Multi-messenger astronomy, combining low-frequency gravitational wave observations with electromagnetic data, enables unique tests of astrophysics and cosmology. Realizing this potential depends on LISA’s ability to localize sources during their inspiral down to coalescence, and on next-generation telescopes to rapidly and deeply scan the relevant sky regions. This talk will highlight current multi-wavelength efforts to identify and characterize SMBH pairs and their critical role in the era of gravitational wave Astrophysics.

Speaker: De Rosa, Alessandra (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

21 Il Neutrino di altissima energia e la scienza di KM3NeT e IceCube

I neutrini cosmici di altissima energia rappresentano una finestra unica sull’Universo estremo: ambienti in cui si verificano i fenomeni più energetici, come i nuclei galattici attivi, i lampi di raggi gamma e le fusioni di oggetti compatti. A differenza di fotoni e raggi cosmici, i neutrini viaggiano imperturbati per distanze cosmologiche, portando informazioni dirette dalle sorgenti che li hanno emessi. In questo contesto, essi completano il quadro dell’astronomia multi-messaggera che combina osservazioni da onde elettromagnetiche, onde gravitazionali, raggi cosmici e neutrini. Questa sinergia permette di ottenere una comprensione più completa dei processi astrofisici estremi, contribuendo all’identificazione e allo studio delle sorgenti cosmiche in modo più accurato.
I primi neutrini cosmici sono stati rivelati nel 2013 da IceCube che ha dato così inizio all’era della neutrino astronomia. Da allora, IceCube ha fornito indizi importanti sull'origine dei raggi cosmici e identificato possibili sorgenti come il blazar TXS 0506+056. Nel 2023, KM3NeT ha rivelato il neutrino cosmico di più alta energia mai osservato, con un’energia stimata di circa 220 PeV. L'evento, potenzialmente attribuibile a un neutrino cosmogenico, apre nuove possibilità nello studio dei fenomeni cosmici estremi e nella comprensione dell’origine dei raggi cosmici ultra-energetici.
In questo seminario esploreremo il ruolo chiave dei grandi telescopi per neutrini, come IceCube e KM3NeT, nella nuova era dell'astronomia multi-messaggera. Illustreremo i principi di funzionamento di questi rivelatori, i risultati principali ottenuti finora, e le prospettive future nella ricerca delle sorgenti cosmiche di neutrini.

Speaker: Di Stefano, Carla (Infn CT)

22 Dare forma all'invisibile: Il ruolo di INAF nella comunicazione dell'Einstein telescope

The Einstein Telescope is a visionary European project to explore the Universe through gravitational waves. But how do we communicate such a complex, silent and invisible challenge? In this talk, I present the role of INAF in the outreach and public engagement strategy of the project, focusing on communication, storytelling, education, and community involvement. From Sardinia to Europe, from schools to local communities, we explore how science communication can turn this underground detector into a shared societal journey.

Speaker: Casu, Silvia (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

23 La ricerca di controparti gamma di segnali gravitazionali prodotti dalla fusione di sistemi binari di stelle di neutroni con CTAO

"The detection of the electromagnetic (EM) emission following the gravitational wave (GW) event GW170817 opened the era of multi-messenger astronomy with GWs and provided the first direct evidence that at least a fraction of binary neutron star (BNS) mergers are progenitors of short Gamma-Ray Bursts (sGRBs). One of the challenges for future multi-messenger observations will be the detection of GeV-TeV emission from GRBs in association with GWs: this will be crucial for probing the acceleration processes and environments near compact object mergers.

In this talk we describe our efforts to determine whether binary neutron star (BNS) mergers emit GeV-TeV photons detectable with the Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO). CTAO will be a key instrument for the EM follow-up of GW events in the GeV-TeV range, owing to its unprecedented sensitivity, rapid response and capability to monitor a large sky area via scan-mode operation. We simulated CTAO's response on a set of phenomenological models describing the electromagnetic afterglow emission from sGRBs associated with GW events emerging from BNS mergers. We optimized the EM follow-up strategies providing an estimation of the number of joint sGRB-GW events detectable with CTAO in the future LIGO-Virgo-KAGRA (LVK) science run O5 (from 2027 onward). Our study aims to maximize the scientific return of CTAO observations by examining how key physical parameters—such as jet opening angle, luminosity, distance, and off-axis viewing angle—shape the expected gamma-ray emission. This work can be further extended to the next generation of GW detectors, like the Einstein Telescope and Cosmic Explorer."

Speaker: Patricelli, Barbara (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

12:49 Pranzo

La gravità, la materia oscura e le tensioni cosmologiche: il contributo di JWST, Euclid (chair: P. Rosati)

24 Euclid's Q1 Data Release: primi risultati e nuovi orizzonti in cosmologia

The Euclid mission's inaugural Quick Data Release (Q1) marks a significant milestone in our quest to understand the universe's structure and evolution. In this talk, I will present a broad overview of the Q1 science results, highlighting early achievements in galaxy evolution, large-scale structure, strong lensing and active galactic nuclei (AGN). These findings not only validate Euclid's design and data processing capabilities but also set the stage for future explorations into dark matter, dark energy, and the growth of structure over cosmic time.

Speaker: Allevato, Viola (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

25 Dalle immagini grezze ai cataloghi: le pipeline di elaborazione dei dati di Euclid

Speaker: Frailis, Marco (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

26 La comunicazione di Euclid in Italia

Tra le molteplici domande affrontate dall'astrofisica, quelle che si interrogano sull'origine, la composizione e l'evoluzione dell'Universo sulle scale spaziali e temporali più grandi tendono a suscitare grande interesse da parte del pubblico, facendo della cosmologia uno degli argomenti più gettonati sulle pagine scientifiche di riviste e quotidiani. La missione Euclid dell'Agenzia Spaziale Europea, lanciata nel 2023, indaga proprio queste tematiche, cercando di realizzare la più precisa mappa del cosmo per comprendere la sua storia di espansione e il comportamento delle misteriose materia ed energia oscura. In Italia, uno dei principali protagonisti della missione insieme a Francia e Gran Bretagna, il gruppo Euclid IT COM si occupa della comunicazione dei risultati della missione, coordinando le attività di ufficio stampa e divulgazione tra i vari enti coinvolti (ASI, INAF, INFN e numerose università). Questa presentazione illustra le iniziative condotte finora, con una panoramica della copertura mediatica riscossa e un'anteprima delle risorse didattiche in corso di lavorazione.

Speaker: Mignone, Claudia (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

27 Le prime galassie: la rivoluzione di JWST

Nel talk presenterò una overview dei primi 3 anni di studio dei dati ottenuti con JWST (con particolare attenzione al ruolo di primo piano ricoperto da ricercatrici e ricercatori INAF), dati che hanno rivoluzionato l'astrofisica extragalattica consentendoci di scoprire molte caratteristiche sorprendenti dell'Universo primordiale e dei meccanismi di formazione delle prime galassie e strutture cosmiche. In particolare, la presenza di galassie brillanti, spesso massicce ed evolute, e di nuclei galattici attivi già nel primo miliardo di anni di evoluzione cosmica è una evidenza inattesa e tipicamente in tensione con i modelli teorici precendenti al lancio. Al momento non è ancora chiaro se e quanto queste scoperte implichino una tensione importante con la cosmologia LCDM.

Speaker: Merlin, Emiliano (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

28 Il potenziale di misurare le distanze dalle fluttuazioni di brillanza superficiale nell’imaging di Euclid

Robust distance estimates are crucial for interpreting observational results. They are necessary to map the Universe, constrain physical properties of galaxies, and can be used to test tensions in the Hubble constant. In the nearby Universe, where peculiar velocities dominate, there is a specific need for redshift-independent distances. Surface brightness fluctuations (SBF) can be used to measure such distances from photometry alone, offering a powerful method to obtain distances in the era of large surveys. The SBF signal is due to the statistical variation in the number of stars that fall on a given resolution element of a detector for semi-resolved galaxies, with the amplitude of the fluctuations scaling with the distance; as the resolution of detectors increases, we can push this technique to larger distances, potentially reaching ~50 Mpc with Euclid and ~300 Mpc with JWST. At INAF-OAAb, we are developing a largely automated python code to efficiently measure the SBF signal in upcoming large datasets. I will introduce the code, and present some the results of our early tests using Euclid imaging.

Speaker: Habas, Rebecca Ann (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

29 Galassie ad alto redshift nell'era JWST: prospettive dal modello GAlaxy Evolution and Assembly

"Early results from JWST have provided new challenges to our understanding of early galaxy formation. In particular, the abundance and inferred physical properties of $z\gtrsim7$ galaxies suggest potentially significant tensions with predictions from the standard ΛCDM cosmological model.
In my work (Cantarella et al., in preparation), we take advantage of the latest version of the GAEA galaxy formation model (De Lucia et al., 2024) to investigate the formation and evolution of galaxies in the high-redshift Universe. GAEA successfully reproduces a large set of statistical properties of galaxies, showing results that are in reasonable agreement with observational constraints. Notable examples include: the galaxy stellar mass function up to $z\sim11$, once accounting for observational uncertainties and cosmic variance; the total (galaxies and AGN) UV luminosity function (LF) up to $z\sim10$, where the AGN UV emission represents an important contribution at the bright end of the UV-LF up to $z\sim8$; the mass-metallicity relation at $z\leq4$, whilst our model slightly overestimates the metallicity content at earlier cosmic epochs.
At $z\geq11$, UV-LF estimates are at least one order of magnitude higher than model predictions. To address this, we investigate the effects of different physical mechanisms in the high-redshift regime, such as either an enhanced star formation efficiency coupled with a reduced stellar feedback or, alternatively, a vanishing stellar feedback at $z>10$. While better matching the $z>10$ observed GSMF and UV-LF, these model variants increase the gas metallicity content in $z\geq4$ galaxies, strengthening the disagreement with the estimated MZR evolution."

Speaker: Cantarella, Sebastiano (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

30 Misure del contenuto di materia oscura in galassie sferoidali nane ed ammassi globulari

Dark matter (DM), a large (~85%) non-baryonic and non-relativistic component of the matter density of the Universe, likely consists of one or several so-far undetected particles hypothesized in theories beyond the Standard Model (SM). One of the most promising approaches to shed light on the nature of DM particles is to search for signatures of their annihilation or decay into SM particles from regions of the sky believed to be highly DM dominated, such as the Galactic Center, the clusters of galaxies and local compact objects such as the dwarf spheroidal galaxies (dSphs) and some globular clusters around the Milky Way. In this context, the latter two are among the most promising observational targets due to their relative proximity and lack of astrophysical background sources. In this contribution, I will present new determinations of the DM amount (i.e. the astrophysical factors for DM annihilation and decay) in dSph and globular cluster halos obtained through the MCMC Jeans analysis of their brightness and kinematic data through the CLUMPY software. I will also discuss the systematic uncertainties affecting the calculation of such quantities.

Speaker: Dr Saturni, Francesco Gabriele (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

31 L'Universo alle basse brillanze superficiali: risultati e prospettive future

"The frontier of the new generation of all-sky surveys is to explore the Universe down to the low-surface brightness (LSB) regime, where highly diagnostic relics of the galaxy mass assembly across all environments reside. The primary objective is to map the mass assembly of galaxies in all environments, thereby constraining their formation and evolution within the Lambda-Cold Dark Matter (LCDM) paradigm.
New space telescopes, such as Euclid and JWST, along with the imminent arrival of the wide-field Vera Rubin Telescope and the ESO ELT, are going to radically transform our understanding of the formation and evolution of structures in the universe.
In this talk, I would like to provide a concise overview of:
- the current state-of-the-art in LSB research, including the formation and evolution of intra-cluster light (ICL), the growth of stellar halos in massive galaxies, and the structure and formation of extreme LSB galaxies, such as ultra-diffuse galaxies;
- recent breakthroughs enabled by these cutting-edge facilities;
- outstanding questions and missing information that remain unresolved in this dynamic field.
In this overview, I would like to highlight the key role played by INAF’s young scientists involved in the aforementioned research and present some of the groundbreaking results they have achieved over the last years."

Speaker: Iodice, Enrichetta (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

16:25 Coffee Break

Astronomia radio: verso SKAO e ngVLA (chair: F. Govoni)

Astronomia radio: verso SKAO e ngVLA (chair: F. Govoni)

32 SKA Observatory: stato attuale e prospettive future and future perspectives

The SKA Observatory is an integral part of the next-generation observatories that will survey the Universe across the electromagnetic spectrum, revolutionizing our view of Fundamental Physics, Astrophysics and Cosmology.
In the present talk I will describe the SKA project, its timeline and main scientific scopes, focussing on the ongoing activities in preparation to science exploitation. The involvement of the Italian community will also be highlighted.

Speaker: Prandoni, Isabella (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

33 Il ruolo strategico di INAF in MeerKAT e SKA

"This contribution summarizes INAF’s involvement in MeerKAT, a precursor to the Square Kilometre Array (SKA), highlighting both scientific and technological contributions. Since 2020, INAF has played an active role in the development of MeerKAT+, providing support through both financial investments and in-kind contributions. This engagement includes participation in defining the scientific program as well as involvement in key technological domains. The technological aspects build upon INAF’s well-established expertise in radio
astronomy instrumentation.
More recently, INAF has secured significant European funding through the National
Recovery and Resilience Plan (PNRR) to enhance MeerKAT’s high-frequency capabilities.
The objective of this initiative is to expand the telescope’s frequency range by installing 64
SKA Band 5B receivers. These new receivers are expected to unlock major scientific
advancements, drawing on Italy’s recognized expertise and further strengthening its
leadership role in the SKA project.
The initiative is being carried out within the framework of a broader collaboration between
INAF and the South African Radio Astronomy Observatory (SARAO). An update on the
current status of both the scientific and technological projects will be provided."

Speaker: Umana, Grazia Maria Gloria (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

34 LOFAR and LOFAR 2.0 : una nuova finestra per osservare l’Universo

"LOFAR, the Low-Frequency Array, is the largest radio telescope operating at low frequencies and the most important pathfinder of the SKA-low. Its geographical extent enables high-resolution imaging comparable to the Hubble and James Webb space telescopes, while also providing a large field-of-view and the ability to see how the sky changes on timescales of milliseconds or less.
Thanks to its unprecedented sensitivity and angular resolution, which are orders of magnitude better than those of previous radio telescopes operating at low frequencies, LOFAR is opening a new window for the observation of the Universe and in these years has led to ground-breaking discoveries in several areas of astrophysics and cosmology.
Nonetheless, the full scientific potential of the LOFAR array remains unharnessed due to data transport and computational bottlenecks. Some of these limitations will be overcame by the soon-to-be deployed LOFAR2.0 upgrade which will allow increasing the computational capacity at the LOFAR antenna fields by a factor of 10 and will push the sensitivity of the radio telescope at the lowest frequencies by a factor of 5.
In this talk I will review the most relevant results obtained with LOFAR data and the scientific contribution of the Italian community
with particular focus on the area of the non-thermal emission from galaxy clusters and large scale structure of the Universe, and will discuss the prospects with LOFAR 2.0."

Speaker: Brunetti, Gianfranco

35 Complessità chimica all’alba della formazione planetaria nell’era di SKAO

"Over 300 molecules have been identified in the interstellar medium (ISM), including complex species thought to be precursors of prebiotic chemistry. A remarkable molecular diversity is already present in the earliest stages of star formation, shaping the initial chemical inventory inherited by planetary systems. Most of our current knowledge comes from observations at millimeter wavelengths, where relatively light molecules, such as interstellar complex organic molecules (iCOMs) and small carbon chains (e.g., HC₃N, c-C₃H₂), emit most strongly. In contrast, radio wavelengths are uniquely suited to probing heavier and more complex carbon-bearing species (e.g., C₄H, C₆H, HC₇N, HC₉N, C₃S), which may play a crucial role in the transfer of organic material to the newly formed planetary system.
I will present preliminary results from single-dish telescopes (GBT and Yebes 40m) and discuss future prospects with next-generation radio interferometers, such as SKAO and ngVLA, to map the spatial distribution of complex carbon species. In this context, I will also highlight the ongoing work of the SKAO ""Cradle of Life"" Science Working Group."

Speaker: Bianchi, Eleonora (INAF - Osservatorio Astrofisico di Arcetri)

36 Osservazioni HI nell'era SKA per testare modelli di materia oscura e teorie alternative

"The 21-cm line of atomic hydrogen (HI) is one the best tools to study the properties of dark matter (DM) halos around galaxies because HI disks are generally regularly rotating and more extended than the stellar components of galaxies, so they trace the gravitational potential in the outermost DM-dominated regions. Indeed, extended HI rotation curves played a key historical role to establish the DM problem in the first place.

In this context, the SPARC (Surface Photometry and Accurate Rotation Curves) project has been an important step because it has provided the community with HI rotation curves and NIR surface photometry for 175 disk galaxies at z=0 (Lelli et al. 2016). I will review the main results from the SPARC project, such as the properties of DM halos and the empirical scaling laws of disk galaxies. I will also highlight current drawbacks, such as data heterogeneity and limited statistics, which affects our ability of testing LCDM models and alternative gravitational theories.

Next, I will introduce the BIG-SPARC project (Haubner et al. in prep.), which is studying about 4000 galaxies with HI data from SKA pathfinders (APERTIF, ASKAP, ATCA, GMRT, VLA) and NIR photometry from WISE. BIG-SPARC increases the sample size of its predecessor by more than a factor of 20, allowing us to study galaxy dynamics with unprecedented statistics. BIG-SPARC, however, is just an intermediate step to get ready to the additional order-of-magnitude increase in sample sizes expected from on-going HI surveys with SKA pathfinders and ultimately with SKA-mid."

Speaker: Lelli, Federico (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

37 L'assalto allo spazio - Incontro con Patrizia Caraveo

Evento pubblico presso l'Osservatorio astrofisico di Arcetri

Thursday 5 June

Osservazioni da terra in ottico e infrarosso, presente e futuro: da VLT a ELT (chair: M. Dolci)

38 Il VLT dell’ESO: strumentazione attuale e prospettive future

Il Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio del Paranal è la struttura di punta dell’ESO e continua a rappresentare l’avanguardia dell’astronomia da terra, fornendo scienza trasformativa in una vasta gamma di settori. Grazie alla sua suite di potenti strumenti di seconda generazione — tra cui MUSE, KMOS, X-Shooter, SPHERE e GRAVITY — il VLT ha permesso importanti progressi nella nostra comprensione dei dischi protoplanetari, delle popolazioni stellari, dell’evoluzione galattica, buchi neri e dell’universo promordiale. Tra i risultati più significativi si annoverano i profondi survey a campo integrale di MUSE focalizzato sull’universo ad alto redshift, le indagini di KMOS sulla cinematica delle galassie e gli studi ad altissima precisione di GRAVITY sul Centro Galattico.

Guardando al futuro, il VLT continua a evolversi. Il prossimo aggiornamento con GRAVITY+ aumenterà sensibilmente la sensibilità e la copertura del cielo per l’interferometria nel vicino infrarosso. Nel frattempo, nuovi strumenti come BlueMUSE, MAVIS e CUBES apriranno regioni ancora inesplorate dello spettro, in particolare nelle lunghezze d’onda blu e ultravioletto, oltre a fornire nuove capacità nell’imaging assistito da ottica adattiva e nella spettroscopia a campo integrale. Questi sviluppi rafforzeranno non solo la sinergia del VLT con osservatori spaziali come JWST, ma lo posizioneranno anche come complemento essenziale per il futuro Extremely Large Telescope (ELT).

Questa presentazione offrirà una panoramica delle attuali capacità scientifiche del VLT, metterà in evidenza alcuni risultati recenti di rilievo e illustrerà la roadmap strumentale e i casi scientifici che ne delineeranno il ruolo nel prossimo decennio di astronomia osservativa.

Speaker: Belfiore, Francesco (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

39 Scienza con MORFEO all’ Extremely Large Telescope

"MORFEO, one of the main ground-based astronomical projects with INAF leadership, will provide multi-conjugate adaptive optics corrections to the ESO Extremely Large Telescope instruments MICADO and HARMONI, allowing diffraction limited PSF over a large field of view. This will have a tremendous scientific impact in a large variety of fields, from planetary systems to resolved stellar populations, from galaxy properties to black holes.
In this talk I will briefly review the observing modes and capabilities offered by MORFEO-MICADO, and then I will discuss the main science cases that are expected to be revolutionized the most by these future facilities."

Speaker: Annibali, Francesca (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

40 HRMOS: uno spettrografo multi-oggetto ad altissima risoluzione per l’ESO VLT

HRMOS High resolution multi-object spectrograph è uno strumento che offrirà un insieme di
caratteristiche uniche, combinando una risoluzione spettrale molto alta (R=80,000), capacità multi-
oggetto (50-70), un’ ottima precisione in velocità radiale (10 m/s), e un'ampia copertura spettrale
fino a lunghezze d'onda blu (375 nm). Tali caratteristiche lo rendono complementare rispetto ad
altri strumenti e facility spettroscopiche multi-oggetto che inizieranno le operazioni nel prossimo
futuro e/o in fase di studio (e.g., 4MOST, Weave, MOONS, WST).
HRMOS permetterà di affrontare domande di punta nello studio di esopianeti, popolazioni stellari, e
mezzo interstellare; il consorzio internazionale a guida INAF lo proporrà come nuovo strumento per
il VLT dell'ESO nel contesto della roadmap VLT2030, in risposta a un prossimo bando dell'ESO.
Durante la presentazione illustrerò i principali casi scientifici di HRMOS, insieme alle
caratteristiche strumentali e possibili soluzioni realizzative, con un invito alla comunità italiana
interessata a unirsi al team.

Speaker: Randich, Maria Sofia (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

41 Stelle guida da satellite: nuove frontiere per l’Ottica Adattiva con la missione ORCAS

"While significant progress has been made in compensating for atmospheric turbulence through adaptive optics systems at large ground-based telescopes, several key limitations still need to be addressed. Recent advancements and new concepts in Laser Guide Star wavefront sensing will significantly reduce the sky coverage problem, however, fully exploiting the potential of 8-10 meter class telescopes and the upcoming ELTs remains a major challenge. The use of the Satellite Guide Stars, first proposed in the 1990s, now presents a viable solution for fully realizing the capabilities of adaptive optics systems with
the technologies that are already available. The NASA ORCAS mission aims to deliver the first SGS at Mag 0 brightness, designed to assist ground-based telescopes by enabling diffraction-limited observations from the far Infrared to the visible wavelengths and offering extraordinary performance everywhere in the sky. This approach will unlock transformative science across a range of astrophysical fields such as Active Galactic Nuclei, Dark Matter, Flux Calibration, High Redshift Universe, Exoplanets, and Solar System, utilizing existing instrumentation and enhancing the scientific output of future
ground-based facilities. In this paper, we present an overview of the ORCAS mission, its technical objectives, and the INAF involvement with the potential implication for future collaboration with the Large Binocular Telescope, the Keck telescopes and the ELT."

Speaker: Di Rico, Gianluca (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

42 Galactic gas outflows: from present surveys with VLT and JWST to the future with MOONS, 4MOST and the ELT

"Recent JWST observations have revolutionised our ability to characterise the gas-phase metallicities and mass-metallicity relation (MZR) of low-mass galaxies (log(M★/M⊙) < 10) at z > 2. These results suggest that feedback-driven gas outflows play a crucial role in regulating star formation and ejecting metals from shallow potential wells at early cosmic epochs. This picture aligns with ΛCDM-based simulations, where galactic winds—driven by star formation and/or AGN activity—are key to reproducing observed scaling relations.
In this talk, I will present recent efforts to probe ionised gas outflows in the early universe using cutting-edge ground-based optical and IR instruments.
I will first highlight results from the KLEVER survey with VLT/KMOS, which targeted galaxies at z ≈ 2 and revealed that ionised outflows are common in massive AGN-host galaxies but surprisingly rare in low-mass systems. I will then introduce the GOLDEN (Gas Outflows in Lensed Dwarfs with ERIS and NIRISS) project, which combines gravitational lensed JWST imaging/spectroscopy and cutting-edge high-resolution VLT/ERIS data to resolve ionised gas outflow in dwarf galaxies (log(M★/M⊙) ≈ 7–9) at z ≈ 3.
Finally, I will discuss the key role of upcoming large optical and infrared spectroscopic galaxy surveys—MOONRISE and WAVES—planned with the new VLT/MOONS and VISTA/4MOST. I will conclude by highlighting the transformative potential of the ELT in resolving feedback and chemical enrichment processes in faint, low-mass galaxies at high redshift."

Speaker: Concas, Alice (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

43 SAXO+: Un significativo passo avanti nell’imaging ad alto contrasto con SPHERE al VLT

"SAXO+ is a second-stage adaptive optics (AO) upgrade for the SPHERE instrument at the Very Large Telescope in Chile. The project aims to significantly enhance SPHERE’s performance by improving raw contrast at short angular separations, enabling access to a broader sample of young, redder, and fainter planetary systems. It will also increase sensitivity in the inner separation range, where most exoplanets are expected to form.

SAXO+ will correct residual wavefront errors left by the current first-stage Extreme AO system (SAXO) by operating a second AO stage at higher frequency (up to 2.760 kHz, goal 3 kHz) and using a near-infrared pyramid wavefront sensor. A key requirement is preserving SPHERE’s existing capabilities and ensuring seamless integration.

Following a successful Consolidation Review by ESO in April 2024, SAXO+ has been officially approved and is now facing the Final Design Review. First light is expected in 2027.

INAF plays a central role in SAXO+, being responsible, together with the IPAG institute of CNRS, for the design, development, and delivery of the full opto-mechanical and electrical sub-system. Integration will be carried out entirely at INAF-OAS in Bologna starting winter 2025–2026. INAF also leads procurement of a key components like the Deformable Mirror, funded by the PNRR STILES project.

Beyond SPHERE, SAXO+ is a pathfinder for the Planetary Camera and Spectrograph (PCS) of the Extremely Large Telescope (ELT), serving as a critical testbed. This presentation will provide an overview of the project’s current status and challenges in design and implementation."

Speaker: Schreiber, Laura (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

10:54 Coffee Break

Sole, Luna e sistema solare: verso le missioni future (chair: S. Esposito)

44 Risultati dall'era di Solar Orbiter e prospettive per le future missioni solari

Il lancio della missione spaziale Solar Orbiter nel febbraio 2020 ha segnato un punto di svolta nell'esplorazione del Sole e dell’eliosfera. Questa missione pionieristica, dotata di una suite integrata di telescopi e strumenti per misure in-situ, sta fornendo osservazioni senza precedenti dei fenomeni solari, dal vento solare alle eruzioni, con una copertura temporale e spaziale eccezionale mai raggiunta.

In particolare, il coronografo Metis, costruito e operato in Italia, con i suoi canali UV (Ly-alpha 121.567 nm) e in luce visibile (580-640 nm), studia e analizza le strutture e la dinamica della corona nel range 1.7-9 R⊙, caratterizzando le proprietà fisiche del plasma, in particolare, nella regione in cui il vento solare accelera e in cui si verificano l'insorgenza e la propagazione iniziale delle eruzioni solari.

Questa presentazione riassume i risultati scientifici più significativi ottenuti finora da Solar Orbiter, evidenziando le scoperte chiave sulla dinamica coronale, l'accelerazione delle particelle energetiche, l'origine del vento solare e la connessione tra il Sole e l'eliosfera. Inoltre, si discuterà come questi risultati stiano plasmando le prospettive e le priorità per le future missioni solari, aprendo nuove frontiere per l'esplorazione e la comprensione della fisica solare.

Speaker: Russano, Giuliana (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

45 BepiColombo: in viaggio verso i misteri del pianeta elusivo

Mercurio, il più interno e sfuggente dei pianeti terrestri, custodisce indizi fondamentali sull’origine e
sull’evoluzione del Sistema Solare interno. La missione ESA/JAXA BepiColombo, attualmente in
crociera interplanetaria, si avvicina progressivamente al tanto atteso inserimento orbitale attorno a
Mercurio, previsto per il novembre 2026. In questa fase di grande attesa scientifica, l’Italia
contribuisce con quattro strumenti fondamentali: SIMBIO-SYS, MORE, ISA e SERENA, tutti a
bordo dell’orbiter MPO (Mercury Planetary Orbiter). Questi strumenti affrontano in maniera
sinergica i tre temi fondamentali dell’esplorazione planetaria, dall’interno all’esosfera:
– Interno: l’esperimento di radio scienza MORE e l’accelerometro ad alta precisione ISA
studieranno la struttura interna e il campo gravitazionale del pianeta.
– Superficie: il sistema integrato di imaging SIMBIO-SYS fornirà dati ad alta risoluzione sulla
topografia, geomorfologia e composizione.
– Ambiente esterno: il pacchetto di sensori SERENA indagherà l’esosfera di Mercurio indagando
l’interazione con vento solare e magnetosfera.
Questo contributo offrirà una panoramica sul viaggio e sugli obiettivi scientifici della missione, con
particolare attenzione al contributo italiano. Saranno evidenziate le sfide tecniche, la sinergia tra gli
strumenti e le prospettive future per l’esplorazione di questo estremo confine planetario.

Speaker: Galluzzi, Valentina (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

46 Risultati da recenti studi di eruzioni solari con Metis a bordo di Solar Orbiter

This presentation reviews recent results from the study of Coronal Mass Ejections (CMEs) and prominence eruptions using data from the multi-channel Metis coronagraph aboard Solar Orbiter. Analysis of one of the first events observed by Metis in February 2021, during Solar Orbiter’s cruise phase, allowed characterization of a CME, followed by the expulsion of a prominence, and the formation of a post-CME Current Sheet (CS) with blob propagation. Visible light (VL) data demonstrated the advantages of acquiring polarized images with four polarimeter orientations for 3D CME reconstruction. UV Lyman-alpha images, in contrast, provided insight into the temperature distribution across the blob. The CS evolution was the focus of a more detailed study (in collaboration with PMO, Nanjing, China), which determined the temporal evolution and spatial distribution of plasma temperature within the structure, offering theoretical constraints for its heating. This was made possible by the combined use of VL and UV images from Metis. Another study focused on multiple post-CME blobs observed after a November 2021 eruption, demonstrating that their formation height was in the intermediate corona, not at the base of the post-CME CS in the innermost corona where the associated flare occurred. Finally, another work (again with PMO) investigated an eruptive prominence observed in UV Lyman-alpha not only by Solar Orbiter, but also for the first time by instruments aboard the Chinese ASO-S mission. This joint analysis enabled characterization of plasma temperature evolution during the eruption and the first-ever 3D reconstruction of a prominence based on Lyman-alpha emission.

Speaker: Dr Bemporad, Alessandro (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

47 Eclissi Artificiali, Occultatori Inversi ed altri “Sistemi” per l’Osservazione della Corona Solare

"La luminosità nel visibile della corona solare è fino a nove ordini di grandezza meno intensa del disco solare. Lo studio della fisica del plasma dell’atmosfera esterna del Sole richiede quindi sistemi osservativi – i coronografi – che possano gestire questa enorme differenza di luminosità in un campo di vista inferiore al grado angolare.
Nel 1932 Lyot sviluppò il classico coronografo per l’osservazione da Terra della corona, al di fuori delle eclissi solari. In quest’ultimo secolo, i coronografi solari hanno subito diverse evoluzioni, adattandosi alla possibilità di utilizzo da piattaforme spaziali.
INAF ha contribuito allo sviluppo di alcuni di questi coronografi spaziali. Metis sul Solar Orbiter, lanciato nel 2020, ha introdotto l’originale configurazione dell’occultatore inverso. Questo ha permesso l’osservazione della corona da una distanza di 0.3 AU e una riduzione tale della stray-light strumentale che sono stati rilevati nuovi fenomeni dinamici nel plasma coronale (e.g., onde di plasma).
PROBA-3 dell’ESA, lanciata nel 2024, è la prima missione che ha dimostrato la formazione di volo di due satelliti distanziati da 150 m, in orbita terrestre. La possibilità di creare un’eclisse artificiale mantenendo i due satelliti allineati entro 0.5 mm in direzione del Sole è reso possibile al sistema di metrologia sviluppato dall’INAF.
La presentazione illustrerà alcuni dei risultati di Metis e quelli attesi da ASPIICS, il coronografo di PROBA-3. Verranno anche discusse future prospettive di utilizzo di cubesat in orbita lunare. Utilizzando le eclissi “naturali” create dalla Luna, mini-satelliti con strumentazione ottica relativamente semplice potranno fornire un modo economicamente vantaggioso di monitorare l’attività coronale per applicazioni di meteorologia spaziale. "

Speaker: Dr Fineschi, Silvano (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

48 RAMSES: ESA’s Rapid Apophis Mission for SpacE Safety

The ESA RAMSES mission will rendezvous with the asteroid (99942) Apophis before its exceptionally close Earth approach on April 13, 2029 (∼30,000 km). Part of ESA's Space Safety Programme, RAMSES aims to characterize Apophis before, during, and after this encounter, to study its response to Earth’s tidal forces. The mission leverages ESA’s Hera heritage and includes a main spacecraft and two CubeSats. Launch is planned for spring 2028, enabling arrival two months prior the close encounter. Development is underway, pending formal approval at ESA’s Council at Ministerial Level (CMIN25).
The Italian Space Agency is a major contributor, following an agreement with OHB Italy for spacecraft development and funding of HAMLET, Radio Science and VISTA.
RAMSES will assess Apophis’ orbit, spin, shape, surface and interior. A seismometer onboard a landing CubeSat will attempt the first seismic measurements on an asteroid. A low-frequency radar and Radio Science will probe internal structure and porosity, testing whether Apophis is a rubble pile, fractured monolith, or other complex body.
Core payloads include framing cameras, Radio Science, TIRI thermal camera (JAXA), CHANCES and HAMLET for compositional mapping. A plasma instrument and VISTA will monitor possible dust.
RAMSES will be the first mission to observe in real time an asteroid’s response to planetary tidal forces, while also engaging the public: over 2 billion people may view Apophis with the naked eye. This supports the UN's declaration of 2029 as the International Year of Planetary Defense.

Acknowledgments: The authors acknowledge support from ESA, ASI, CNES, DLR, JAXA, NASA.

Speaker: Lazzarin, Monica (Università di Padova-Dipartimento di Fisica e Astronomia)

12:51 Pranzo

I sistemi planetari analoghi al sistema solare: un approccio olistico per il prossimo ventennio (chair: J. Brucato)

I sistemi planetari analoghi al sistema solare: un approccio olistico per il prossimo ventennio (chair: J.R. Brucato)

49 Sulle architetture dei sistemi planetari

A broad diversity in architectures of planetary systems is emerging from various planet search projects with different techniques and several statistical properties are consolidating. A brief observational overview of the statistical properties of exoplanets will be presented, considering both giant planets and low-mass planets, with emphasis on multi-planet systems and systems somewhat resembling the architecture of the Solar System. The contribution of Italian astronomers will be highlighted and future perspectives based on new instrumentation from the ground and from space will be discussed.

Speaker: Desidera, Silvano (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

50 Sulle atmosfere esoplanetarie

"The study of exoplanetary atmospheres represents one of the most exciting frontiers in modern astrophysics. By analyzing their composition, thermal structure, and dynamical properties, we can gain deep insights into the diversity of extrasolar planets and assess the potential for habitable conditions beyond our Solar System.

A wide range of observational techniques is currently employed to investigate exoplanets, using both low- and high-resolution spectroscopy. Transmission and emission spectroscopy, phase curves, and direct imaging allow us to probe different atmospheric properties across various classes of planets. In addition to space telescopes such as Hubble, Spitzer, and the more recent James Webb Space Telescope (JWST), ground-based instruments like HARPS at the ESO 3.6m telescope, HARPS-N at the Telescopio Nazionale Galileo (TNG), and ESPRESSO at the VLT are playing a key role in atmospheric characterization. In particular, high-resolution spectroscopy enables the detection of faint molecular features and the study of atmospheric dynamics with remarkable precision.

Looking ahead, future missions such as ESA’s Ariel and PLATO are set to greatly expand our atmospheric survey capabilities, with Ariel specifically designed for large-scale spectroscopic observations. At the same time, upcoming ground-based observatories like the Extremely Large Telescope (ELT), equipped with the high-resolution spectrograph ANDES, will offer unprecedented resolution and sensitivity, opening new windows onto the physics and chemistry of distant worlds. Together, these projects represent a true scientific relay, carrying us forward in our quest to understand the nature and evolution of planets beyond the Solar System."

Speaker: Sicilia, Daniela (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

51 Scoperta di un candidato protoplanetario nel Disco di HD 135344B

Observing protoplanetary disks and searching for embedded planets is essential to understanding the early stages of planet formation and the dynamical processes shaping young systems. The transition disk of HD 135344B, with its well-defined spiral arms and inner cavity, represents an ideal laboratory to study such interactions. I will present the discovery of a potential protoplanet within this disk, observed with ERIS/NIX at the VLT. Using high-contrast imaging in the Lp-band, we identified a point-like source emerging at the base of one of the spiral arms, likely triggered by interactions between the planet and the disk. This detection provides a unique opportunity to investigate planet formation processes at early stages and the impact of young planets within their natal disks. These findings highlight the critical role of thermal L-band observations in the search for young planets embedded in protoplanetary disks.

Speaker: Maio, Francesco (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

52 Gaia DR4 e la frontiera astrometrica: rivelare sistemi planetari analoghi dallo spazio

"ESA’s Gaia mission is ushering in a new era of exoplanet detection through space-based astrometry. While Gaia DR3 provided tantalizing early results — including orbital hints and dynamical masses for a few known planets — the forthcoming Data Release 4 (DR4), expected in 2026, will mark a pivotal milestone: the first large-scale catalog of exoplanets detected via astrometry. This breakthrough is particularly timely for identifying and characterizing long-period giant planets on wide orbits — key hallmarks of Solar System analogs.
In this talk, I will review the current impact of Gaia astrometry on the exoplanet field, and focus on DR4’s transformative potential to uncover planetary systems with architecture and dynamics akin to our own. I will describe the expected contents of the DR4 exoplanet catalog, the types of systems it will be most sensitive to, and how this will shape our statistical understanding of Jupiter analogs and multi-planet configurations over the coming years. Finally, I will discuss the crucial role of complementary follow-up observations to maximize the scientific return and pave the way for comparative exoplanetology of Solar System-like systems."

Speaker: Pinamonti, Matteo (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

53 AVENGERS (Analogs for VENus’ Geologically Recent Surfaces): un progetto per la selezione e lo studio degli analoghi terrestri per il vulcanismo attivo su Venere e la caratterizzazione dei pianeti terrestri extrasolari

"Negli ultimi anni, il rinnovato interesse per l’esplorazione di Venere ha portato alla
selezione di numerose missioni dedicate allo studio della sua superficie e dell’attività
geologica. La possibilità di vulcanismo attivo nel presente è centrale per comprendere
l’evoluzione interna e atmosferica del pianeta (D’Incecco et al., 2021; Filiberto et al.,
2020).
AVENGERS (Analogs for VENus’ GEologically Recent Surfaces) è un progetto
internazionale che mira a identificare e caratterizzare analoghi terrestri di aree vulcano-tettoniche recenti su Venere. L’approccio multidisciplinare comprende: (i) spettroscopia
su colate laviche fresche, (ii) misure radiometriche e SAR, (iii) mappatura geologica
comparata e (iv) studio della sismicità in ambienti analoghi.
I siti di studio includono l’Etna, Cumbre Vieja, Kīlauea e la Rift Valley africana, scelti
per le loro caratteristiche morfologiche e geochimiche. Le analisi spettroscopiche
condotte in condizioni venusiane (475 °C, 90 bar) consentiranno di valutare il tasso di
ossidazione del materiale vulcanico e dei minerali ignei, a seguito dell’interazione con
l’atmosfera densa di Venere (Filiberto et al., 2020), e di simulare le osservazioni
spettroscopiche previste da missioni come DAVINCI (NASA), VERITAS (NASA),
EnVision (ESA/NASA), Venera-D (Roscosmos) e Venus Orbiter Mission (ISRO),
rafforzando il legame tra ricerca di laboratorio e dati orbitali.
In particolare, l’Etna è stato proposto come laboratorio naturale per lo studio delle
caratteristiche geologiche osservate in corrispondenza di Idunn Mons, una delle strutture
venusiane potenzialmente attive (D’Incecco et al., 2024). Dopo questa prima campagna,
AVENGERS ha proseguito le attività con un secondo field trip multidisciplinare presso il

complesso vulcanico di Cumbre Vieja (La Palma), estendendo l’analisi comparativa tra
ambienti terrestri attivi e superfici venusiane.
Oltre al suo valore scientifico, AVENGERS si configura come un ponte operativo e
relazionale tra i team delle missioni selezionate per l’esplorazione di Venere e la
comunità venusiana internazionale, promuovendo una cooperazione attiva tra agenzie
spaziali, gruppi di ricerca coinvolti nello sviluppo degli strumenti di bordo, istituti di
ricerca ed enti accademici. Questo approccio si inserisce in un contesto più ampio che
collega lo studio del vulcanismo e dell’atmosfera venusiana alle missioni esoplanetarie
dedicate alla ricerca e caratterizzazione di pianeti terrestri extrasolari, come PLATO,
ARIEL e l’Habitable Worlds Observatory."

Speaker: D'Incecco, Piero (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

54 Memorie SAIt (chair: M. Di Criscienzo)

55 Women Measuring Stars: un progetto per massimizzare l'impatto dell'ottica adattiva grazie ad innovazione ed educazione

Speaker: Schreiber, Laura (Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF))

16:13 Coffee Break

Incunaboli e cinquecentine degli Osservatori astronomici italiani: il primo catalogo a stampa dedicato alla preziosa collezione bibliografica dell'INAF - Emilia Olostro Cirella (OACn) - (chair: I. Chinnici)

Nella primavera del 2024, la casa editrice Leo S. Olschki ha pubblicato, nella collana Biblioteca di Bibliografia, un catalogo che raccoglie le edizioni a stampa del XV e XVI secolo custodite nelle biblioteche degli Osservatori astronomici e astrofisici italiani. Il volume rappresenta il primo catalogo collettivo di carattere scientifico realizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, risultato di un lavoro impegnativo e
costante supportato dal Servizio Biblioteche, Musei e Terza Missione e dalla sua comunità bibliotecaria.
Dopo un’attività di censimento condotta tra il 2015 e il 2016, che ha portato alla luce un numero consistente e in alcuni casi neppure identificato di edizioni cinquecentesche, è stato avviato un processo di catalogazione, digitalizzazione e accesso al materiale tramite il portale dell’INAF “Polvere di stelle. I beni culturali dell’astronomia italiana”. Il catalogo costituisce la fase finale di un’analisi di studio dettagliata di 227 edizioni scientifiche pubblicate tra il 1478 e il 1560, offrendo spunti di riflessione non solo sulla storia dell’astronomia, ma anche sulla storia della tipografia e della circolazione del libro. Si tratta di un patrimonio poco conosciuto ma di grande interesse scientifico, che merita considerazione sia da parte degli esperti del settore che degli appassionati di astronomia.

56 La galassia vivente

(chair: I. Chinnici)

Speaker: Dr Mieli, Eugenio

2023 07 31 - Mieli-Valli-Maccone - Astrobiology, Resolution of the statistical Drake equation (riformattato).pdf

SAIt - La Galassia vivente (POSTER).pdf

SAIt - La Galassia vivente (SLIDE RIDOTTE).pdf

SAIt - La Galassia vivente (SLIDE RIDOTTE).pptx

Tavola Rotonda: Big science, big data, big challenges. Quale contributo per l’AI in astrofisica? Interventi di: Stefano Cavuoti (INAF-OACn), Michele Ginolfi (UniFI), Cristina Knapic (INAF-OATS), Ugo Becciani (INAF-OACt), Sara Lucatello (INAF-OAPd) - chair: A. Possenti

Andrea Possenti (INAF-OACa, Chair) TBC
Stefano Cavuoti (INAF-OACn)
Michele Ginolfi (UniFI)
Cristina Knapic (INAF-OATS)
Ugo Becciani (INAF-OACt)
Sara Lucatello (INAF-OAPd)

20:00 Cena Sociale

Friday 6 June

Assemblea dei Soci

Il ruolo formativo dell'Astronomia nell'acquisizione delle competenze STEM: il contributo della SAIt (chiar: P. Caraveo)

57 I progetti dell’INAF per la Scuola. Un ecosistema educativo tra ricerca, scuola e società - Caterina Boccato (INAF-OAPd)

Titolo: I progetti dell’INAF per la Scuola
Sottotitolo: Un ecosistema educativo tra ricerca, scuola e società

L'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) è da anni impegnato nel promuovere l'educazione scientifica attraverso una vasta gamma di iniziative rivolte al mondo scolastico. Tra queste, spiccano tre portali che offrono risorse didattiche innovative e accessibili:

EduINAF, un magazine di didattica e divulgazione che mette in relazione la ricerca astronomica con studenti, insegnanti e appassionati, offrendo risorse, approfondimenti, rubriche tematiche e corsi online.
Play INAF, una piattaforma per la didattica innovativa che propone attività pratiche, coding, robotica educativa, tinkering e giochi, rendendo l'apprendimento della scienza un'esperienza attiva e coinvolgente.
AstroEDU, una piattaforma realizzata dall’International Astronomical Union - IAU - alla cui redazione partecipa direttamente Il Centro OAE (Office of Astronomy for Education) Italia; open-access peer-reviewed che consente agli educatori di trovare, adattare e condividere attività didattiche incentrate su un approccio scientifico basato sull’indagine, validato da esperti e pensato per un contesto internazionale.

Oltre a questi strumenti, l’INAF promuove numerosi progetti per le scuole: concorsi per tutti i gradi scolastici, iniziative che uniscono teatro e scienza, e percorsi sperimentali con tecnologie emergenti come la realtà virtuale e aumentata.

Nel mio intervento presenterò una selezione di best practice tra queste esperienze, soffermandomi in particolare sull’approccio che guida il nostro lavoro: un modello educativo centrato sulle persone, che valorizza la partecipazione attiva, l’inclusione, e l’interdisciplinarità, in linea con i principi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Un approccio che mira non solo a trasmettere conoscenze, ma a costruire senso, consapevolezza e cittadinanza scientifica.

58 Il ruolo della Sait nella formazione dei docenti - Angela Misiano (Planetario RC/SAIt)

59 L'Office of Astronomy of Education Center Italy: aree di intervento e strategia generale - Stefano Sandrelli (INAF-OAB)

L’Office of Astronomy for Education (OAE) Center Italy è un ufficio internazionale della International Astronomical Union, ospitato e finanziato dall’INAF. Il suo obiettivo è di sostenere l’apprendimento attraverso l’astronomia. In particolare il Centro ospitato in Italia si focalizza su tre specifiche aree di intervento: il sostegno agli apprendimenti centrati sulla persona; il rafforzamento della comunità di educatori IAU del Mediterraneo e la cura della piattaforma multilingua astroEDU. Regolato da un Memorandum of Understanding tra INAF, IAU e OAE, rinnovato nel gennaio 2025, il Centro ospitato in Italia è preso come modello per uffici analoghi ospitati in altri paesi.

10:45 Coffee Break

Dibattito sulla costante di Hubble (a cura di Flavio Fusi Pecci e Massimo Della Valle)

60 La costante di Hubble: tutto meno che costante - Massimo Della Valle (INAF-OAcn)

61 La calibrazione della relazione PL delle Cefeidi: errori sistematici nella stima di H0 - Erasmo Trentin (INAF-OAcn)

62 Le distanze dalle Fluttuazioni di Brillanza Superficiale: la sfida degli errori sistematici - Michele Cantiello (INAF-OAAb)

63 Le SNe-Ia attraverso le Velocità Peculiari: H0 dalla scala locale a quella cosmica - Luca Izzo (INAF-OAcn)

64 Lo strong lensing: ritardi temporali e stima di H0 - Piero Rosati (UniFerrara)

65 Le sirene delle onde gravitazionali: calibrazione di un nuovo metodo per stimare H0 - Ulyana Dupletsa (GSSI)

66 Gli echi dell'Universo primordiale: H0 e la sfida degli errori sistematici - Daniela Paoletti (INAF-OAS)

67 Discussione libera: Nuova fisica o errori sistematici residui?

13:05 Pranzo

Assegnazione Premi SAIt (chair: P. Caraveo)

Tavola Rotonda: Il futuro dell’astrofisica da terra e dallo spazio” . Interventi di: Presidente SAIt, Presidente INAF, Direttrice Scientifica INAF, Rappresentante CDA INAF, Rappresentante CS INAF, Rappresentante RSN INAF, Rappresentante ESO Expanding Horizon SSC (chair: S. Esposito).

Intervengono: Presidente SAIt, Presidente INAF, Direttrice Scientifica INAF, Rappresentante CDA INAF, Rappresentante CS INAF, Rappresentante RSN INAF, Rappresentante ESO Expanding Horizon SSC

16:40 Conclusioni