In luoghi mai raggiunti, in storie mai vissute: realtà virtuale e confini di consapevolezza geografica

Autori Gianluca Casagrande

Affiliazione Università Europea di Roma

Abstract Lo sviluppo delle tecnologie di realtà virtuale e di realtà aumentata offre nuove possibilità di studio, riflessione e divulgazione in geografia. Particolare efficacia si può avere nella rappresentazione di spazi remoti, contesti geostorici ed esplorazioni del passato, come pure di ambienti tuttora anecumenici -ad esempio, quelli esogeografici- in cui si prospettino future presenze ed azioni umane. È ben nota l’utilità della simulazione come strumento di ricerca, formazione e divulgazione; meno esplorate sembrano le potenzialità insite nell’associare, attraverso la simulazione, ad una analisi di natura oggettiva e tecnica, una comprensione di carattere soggettivo ed emozionale di spazi e luoghi. La possibilità di creare ambienti virtuali che consentano, ad utenti specializzati e generici, di esperire, anche in misura parziale, contesti e situazioni non vivibili direttamente nella sfera del concreto, allarga in modo considerevole i confini della consapevolezza geografica. Al di là delle attuali, facili retoriche sul metaverso e sulle sue possibili declinazioni, è elemento acclarato che milioni di persone oggi trascorrono la loro vita non solo negli spazi fisici ma anche in quelli virtuali di natura sociale, relazionale ed eventualmente eterotopica. Per il ricercatore in primis emerge particolarmente, come fatto nuovo, la necessità di confrontarsi con le crescenti capacità di resa immersiva, sensoriale ed emozionale di alcuni spazi virtuali. Queste dimensioni possono assumere un valore significativo per scopi di espansione della conoscenza, se inserite in un sistema di contenuti debitamente strutturato e validato. Presso il GREAL dell’Università Europea di Roma si è avviata una riflessione su realtà virtuale e realtà aumentata applicate ai campi della geostoria e dell’esogeografia. La conclusione iniziale che il gruppo di lavoro vede attualmente profilarsi è che il connubio fra geotecnologie, spazi virtuali e sistemi di simulazione possa effettivamente agevolare, se basato su una approfondita indagine scientifica, tanto lo studio quanto una sorta di parziale “esperienza di viaggio” in luoghi e situazioni altrimenti inaccessibili. Ciò potrebbe avere grande valore anche per la geografia – come è già accaduto in altri ambiti – e costituire un utile orizzonte scientifico ed applicativo.
Nell’intervento proposto si presenteranno alcune considerazioni tratte da attività di ricerca, didattica e terza missione svolte, o attualmente in corso, presso il laboratorio.