Lo studio dei sistemi eso-planetari sta entrando in una nuova fase della caratterizzazione chimico-fisica dei pianeti e delle loro atmosfere e in questo ambito la comunità italiana è fortemente impegnata grazie, e.g., a strumenti quali HARPS-N al Telescopio Nazionale Galileo e alle missioni spaziali GAIA, CHEOPS, PLATO e ARIEL. Una delle domande fondamentali in ambito planetologico è se la composizione di pianeti e comete è direttamente ereditata dalle precedenti fasi proto-stellari o se vi è stato un reset durante la formazione del disco protoplanetario. Per rispondere a questa domanda è necessario avere un approccio sinergico che coinvolga studiosi delle diverse fasi evolutive che portano alla formazione di stelle e pianeti.
Dal 21 al 23 Ottobre si terrà a Trieste il primo convegno nazionale sull'evoluzione chimico-fisica dalle fasi proto-stellari alle atmosfere (eso-)planetarie, riunendo la comunità italiana che si occupa di astrochimica protostellare e protoplanetaria, della formazione e composizione dei pianeti e dei piccoli corpi del Sistema Solare, di atmosfere eso-planetarie e di astrobiologia. Partendo dalle osservazioni da terra (e.g., con ALMA) delle prime fasi evolutive, passando per l'esplorazione dei corpi del Sistema Solare (e.g., JUNO, Rosetta, Dawn, ExoMars, Cassini e Gaia), coadiuvati dagli studi di laboratorio, l'obiettivo principale è di trovare dei punti sinergici tra questi ambiti complementari e di preparare la comunità italiana (e le nuove generazioni) alla data exploitation delle future osservazioni sia da terra che da spazio.