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Nella Germania del Settecento, le narrazioni che rappresentano mondi extraterrestri godevano di ampia diffusione e apprezzamento ma rimanevano sempre entro i confini della pura immaginazione fantastica. Ciò cambia con il testo di Eberhard Christian Kindermann, Geschwinde Reise auf dem Lufft-Schiff nach der obern Welt (1744), che, attraverso il filtro della finzione, introduce le più avanzate scoperte astronomiche e le innovazioni nell’ingegneria aeronautica, proponendosi come primo testo fantascientifico della tradizione letteraria tedesca. Quello che cercheremo di mettere in evidenza è come quest’opera si confronti con una duplice sfida: da un lato, reinterpretare il nuovo spazio celeste ridefinito dalle recenti scoperte scientifiche; dall’altro, mantenere un saldo legame con la visione neoplatonica e religiosa del cosmo. Il cosmo disegnato da Kindermann inaugura una visione del cosmo, come spazio esplorabile per l’uomo, popolato da forme viventi diverse, comete, pianeti e satelliti che orbitano invece di “fluttuare”. Un cosmo fantastico ma che si apre alle possibilità conoscitive umane.