Speaker
Description
In cento anni dalla loro invenzione, i planetari hanno attraversato fasi alterne di richiamo e di oblio nel rapporto col pubblico. In particolare, la rivoluzione digitale iniziata negli anni ’80 ha portato le sale dei planetari a ridefinire la loro funzione, sia come strumenti di comunicazione scientifica che come luoghi di aggregazione sociale.
È interessante analizzare questa evoluzione storica, a partire dal concetto iniziale di Oskar von Miller per l’allestimento del primo planetario al Deutsches Museum, e dalla meccanica dei grandi proiettori Zeiss, per seguire in parallelo alle trasformazioni tecnologiche – e ai progressi dell’astrofisica - come è mutata la fruizione del pubblico, la rappresentazione dell’universo e la narrazione dell’astronomia. Nel mio intervento ricostruirò alcune tracce di questa storia centenaria dagli archivi e dall’attività presente del Planetario di Roma.
Il processo di trasformazione del ruolo dei planetari nella società punta a un coinvolgimento crescente di discipline differenti nella proposta culturale per il pubblico, a partire dalla composizione degli spettacoli astronomici, tanto da ridefinire gli operatori dei planetari con una figura professionale distinta, quella dei planetaristi.
Il carattere multidisciplinare della narrazione e quello immersivo dell’esperienza del planetario coinvolgono il pubblico in un’esplorazione soggettiva dello spazio, e in prospettiva aprono nuove possibilità al dialogo fra scienza e società, preziose per la costruzione di una diffusa cittadinanza scientifica.