Speaker
Description
I Tarocchi rappresentano un fenomeno culturale diffuso e degno di considerazione, sia a livello nazionale sia internazionale, in quanto pur affondando le radici nella storia antica e finanche nel mito, sono ancora presenti oggi in diverse società sia sotto forma di gioco, sia di strumento divinatorio, sia di espressione artistica. La loro relazione col mondo dell’astronomia non è immediatamente percepibile, eppure è un fatto importante che tra gli Arcani Maggiori (le carte principali del mazzo) troviamo rappresentate una Stella, il Sole e la Luna. Il Cielo entra dunque nell’iconografia dei Tarocchi attraverso una metonimia (una parte per il tutto) che al di là del valore simbolico si fa strumento di conoscenza e di previsione.
La mia indagine si colloca a pieno titolo nell’astronomia culturale in quanto le stelle, il sole e la luna sono utilizzate in quasi tutte le culture e mitologie per indicare appunto il Cielo e ciò che contiene, e mentre ne I Ching (di origine taoista) il Cielo compare senza mediazione (esagramma 1, principio paterno, opposto al 2, Terra, principio materno), nei Tarocchi supera il binarismo scomponendosi in tre qualità principali: oltre al principio paterno-materno (o maschile-femminile, sole-luna), troviamo le stelle o costellazioni, cioè lo strumento con cui il Cielo guida il viandante, o il navigante, o il pellegrino, a scrutare il firmamento quando scendono le tenebre sulla Terra.
In questa prospettiva, il presente contributo – che può riferirsi sia alla sessione Astronomia e Arte sia alla sessione Astronomia, Religioni, Mito – propone una lettura degli Arcani Maggiori La Stella (XVII), La Luna (XVIII) e Il Sole (XIX) come strumento con cui l’uomo si relaziona al Cosmo. Vedremo come queste tre carte – che evocano corpi celesti realmente osservabili e studiati in astronomia e astrofisica – racchiudono una stratificazione di significati che attraversano la storia del pensiero mitico, astrologico, filosofico e psicologico.