10–14 Nov 2025
CNR, Area Territoriale della Ricerca di Palermo
UTC timezone
Organizzato dall'INAF IASF di Palermo e dal gruppo di ricerca AsCultA

Il "Cielo" di Jack London

12 Nov 2025, 15:30
30m
Chair: Alberto Cappi

Chair: Alberto Cappi

Astronomia, Lingue e Letteratura Astronomia, Lingue e Letteratura

Speaker

Prof. alessandra calanchi (Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Ancona)

Description

Nel mio intervento intendo analizzare un romanzo di Jack London (1915) tra i suoi meno noti, sebbene sia stato tradotto la prima volta in italiano nel 1928 e sia ancora in commercio (ultima trad. 2018) . Il romanzo, pubblicato a un anno dalla morte dello scrittore, è conosciuto con due titoli: The Star-Rover e The Jacket. In Italia la scelta è caduta su Il vagabondo delle stelle, certamente il titolo migliore, anche se The Jacket rimanda alla camicia di forza in uso nelle prigioni e nei manicomi, che ha una parte fondamentale nel romanzo.
La vicenda narra infatti di un giovane professore universitario che viene incriminato per un delitto (che non si capisce bene se abbia commesso o no) e rinchiuso in carcere. Condannato all’ergastolo, la sentenza sarà commutata in pena di morte in seguito all’aggressione di un secondino. Tutta la vicenda si snoda durante la prigionia, nel corso della quale il protagonista-narratore sperimenta non solo la privazione della libertà, ma ogni genere di violenza e di tortura. L’unico modo di sopravvivere diventa per lui immaginare di uscire dal proprio corpo, immergendosi in uno spazio-tempo che gli consente di navigare letteralmente fra le stelle, transitando fra le diverse epoche. Per questo si autodefinisce star-rover, ovvero vagabondo delle stelle o interstellare, un’espressione che ci ricorda i rover che oggi passeggiano su Marte ma anche il film Interstellar (Christopher Nolan 2014). Il Cielo si fa qui non solo metafora del mondo libero, ma vero e proprio strumento di resistenza alla follia dell’oppressione e della repressione fisica e psicologica. Da parte loro, le Stelle diventano i punti di riferimento reiterati in questi “viaggi astrali” in cui il corpo fisico rimane ferito, mutilato, moribondo in cella, mentre la sua dimensione spirituale (con un ossimoro, potremmo chiamarlo “corpo metafisico”) si muove del tutto a suo agio nel Cielo, dove non prova né dolore né limitazioni.
L’importanza di questo romanzo nell’ambito dell’astronomia narrativa è duplice. Da un lato, Jack London, scrittore molto impegnato a livello sociale (The Iron Heel) e ambientale (White Fang, The Call of the Wild), si misura qui con una realtà “celeste” (eterea, invisibile, impalpabile…) radicalmente opposta a quella terrena, dove vige l’ingiustizia, dove prospera l’orrore, dove regna la violenza. D’altro canto, il Cielo è utilizzato dallo scrittore non come via di fuga (cioè non in senso escapista), ma al contrario come uno strumento a tutti gli effetti, come un mezzo efficace di presa di coscienza di un multiverso inatteso, e anche di liberazione non tanto dalla vita, quanto dalla rassegnazione e dalla resa.

Author

Prof. alessandra calanchi (Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Ancona)

Presentation materials

There are no materials yet.