10–14 Nov 2025
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Galileo sulla facciata del Duomo di Firenze: una rilettura del dialogo tra astronomia e fede

12 Nov 2025, 10:40
30m
Chair: Antonino D'Aì

Chair: Antonino D'Aì

Astronomia ed Epistemologia Astronomia ed Epistemologia

Speaker

Dr Natacha Fabbri (Università di Siena e Museo Galileo (Firenze))

Description

L’attuale facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze, inaugurata nel 1887, ospita un busto di Galileo, scolpito da Adolfo Galducci e collocato nella parte inferiore del rosone centrale. L’ideazione del programma iconografico si deve al filosofo cattolico Augusto Conti (1822-1905), che volle offrire a Galileo una sorta di “riparazione” pubblica, riconoscendone non solo i meriti scientifici ma anche la portata filosofica e la dimensione religiosa del suo pensiero.
Questa scelta rispondeva a una precisa strategia culturale e politica. Conti intendeva presentare Galileo come un filosofo razionale e non solo come un astronomo, matematico e padre del metodo sperimentale: egli avrebbe infatti delineato in vari scritti i principii del proprio metodo – pur senza mai enunciarli in forma sistematica –, poi ereditati dall’Accademia del Cimento e pubblicati nei Saggi di naturali esperienze. In questa prospettiva, le scoperte astronomiche – compresa l’adesione al copernicanesimo – venivano presentate come esiti coerenti di una filosofia naturale sorretta da una profonda religiosità.
Partendo dall’esame dei lavori di Augusto Conti su Galileo, la presente relazione analizza le riflessioni filosofiche che sottesero la decisione di collocarne il busto in questo spazio pubblico urbano: una scelta intesa come atto di conciliazione tra scienza e fede, come volontà di intrecciare un dialogo ideale con gli altri “luoghi galileiani” di Firenze – in particolare la Basilica di Santa Croce e il palazzo di Vincenzo Viviani – e come risposta al clima culturale degli ultimi decenni dell’Ottocento, che andava trasformando Galileo nell’eroe del “primo Risorgimento”. Con questa operazione Conti mirava al tempo stesso a valorizzare il contributo filosofico di Galileo e a replicare alle critiche formulate da Cartesio, dagli Illuministi e, più tardi, da François Arago circa la presunta mancanza di originalità del suo metodo e delle sue scoperte. La facciata del Duomo si configura così come uno spazio civico e religioso di ridefinizione dell’immagine di Galileo: non più soltanto il padre della scienza sperimentale, ma un filosofo capace di armonizzare ragione e fede, di enunciare i principii di un metodo di ricerca non meno rilevante di quelli formulati da Bacon e Cartesio, e per questo degno di essere celebrato nella massima piazza della città.

Author

Dr Natacha Fabbri (Università di Siena e Museo Galileo (Firenze))

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