Description
Oggetto della ricerca:
Con questo lavoro si intende presentare un progetto di ricerca avente come oggetto la storicizzazione del rapporto tra scienza e società, ovvero la contestualizzazione nel processo storico dello sviluppo della comunicazione della Scienza moderna. L’intento metodologico si basa sulla fusione tra la lettura e la trascrizione - con edizione filologica delle fonti documentali - con la percezione della disciplina astronomica, sottendendo l’utilizzo del “cielo” in senso lato come strumento di indagine e apprendimento del tessuto culturale seicentesco.
Attraverso l’analisi di alcune fonti della metà del XVII secolo, conservate presso l’Archivio di Stato di Firenze, prendono le mosse speculazioni argomentative finalizzate a creare un ponte interdisciplinare tra storia e la percezione della disciplina astronomia nella lunga durata. La strutturazione della comunicazione e delle informative a carattere scientifico rappresentano per gli studiosi non solo fonti atte ad analizzare singoli aspetti microstorici, ma funzionali a contestualizzare una base per comprendere l’evoluzione, l’utilità, e le radici del comunicare la scienza.
La storia in questo caso si offre come struttura argomentativa per l’analisi di un processo di ricerca in divenire intorno al rapporto osmotico tra scienza e società.
Nel dettaglio, si è preso in considerazione un documento, scritto nel 1682, riguardante un’eclissi solare osservata a Pisa, con rimando al “Sole nero” del titolo, in un’ottica bivalente.
Con questo lavoro si intende presentare un progetto di ricerca avente come oggetto la storicizzazione del rapporto tra scienza e società, ovvero la contestualizzazione nel processo storico dello sviluppo della comunicazione della Scienza moderna. L’intento metodologico si basa sulla fusione tra la lettura e la trascrizione - con edizione filologica delle fonti documentali - con la percezione della disciplina astronomica, sottendendo l’utilizzo del “cielo” in senso lato come strumento di indagine e apprendimento del tessuto culturale seicentesco.
Attraverso l’analisi di alcune fonti della metà del XVII secolo, conservate presso l’Archivio di Stato di Firenze, prendono le mosse speculazioni argomentative finalizzate a creare un ponte interdisciplinare tra storia e la percezione della disciplina astronomia nella lunga durata. La strutturazione della comunicazione e delle informative a carattere scientifico rappresentano per gli studiosi non solo fonti atte ad analizzare singoli aspetti microstorici, ma funzionali a contestualizzare una base per comprendere l’evoluzione, l’utilità, e le radici del comunicare la scienza.
La storia in questo caso si offre come struttura argomentativa per l’analisi di un processo di ricerca in divenire intorno al rapporto osmotico tra scienza e società.
Nel dettaglio, si è preso in considerazione un documento, scritto nel 1682, riguardante un’eclissi solare osservata a Pisa, con rimando al “Sole nero” del titolo, in un’ottica bivalente.
Metodo:
L’analisi storico-storiografica delle fonti dialoga con l’intento contemporaneo della comunicazione scientifica, intendendo l’interdisciplinarietà come chiave nel comprendere e storicizzare la questione non solo della pura evoluzione culturale e astronomica nel dettaglio, ma anche del senso e dell’importanza del comunicare le scoperte scientifiche. In questo senso nessuna delle due discipline - storia e comunicazione delle scienza - sono una subordinata all’altra, bensì si servono a vicenda per ricostruire una lettura innovativa dell’oggetto di ricerca.
La fonte documentale rappresenta e offre due punti di accesso e comprensione: il concetto e l’informazione diretta, e in secondo luogo - ma in primo piano in questo studio - il senso della stessa documentazione in una percezione macrostorica e di lunga durata.
Nel Seicento si caratterizza la Scienza intesa in senso moderno con alcuni passaggi significativi, non ultimo, con la nascita di quella fondamentale caratteristica della Scienza moderna che il sociologo Merton definisce universalismo. La pubblicazione del “Sidereus Nuncius” (Galileo Galilei, 1610) segna «una svolta in cui le epoche si dividono» (cit. Cassirer) sotto molti aspetti. In primo luogo vi sono quelli strettamente scientifici, ma nondimeno sono decisive le implicazioni filosofiche sulla concezione della natura e del mondo, e le implicazioni letterarie, perché il libro, scritto in latino, inaugura un nuovo genere: il report scientifico, che con il suo linguaggio asciutto e rigoroso apre la strada al sistema complesso che chiamiamo comunicazione della scienza. In questo senso, Galileo ha chiara una necessità che accompagna la verità intorno alla nuova filosofia naturale: «far conoscere tutto a tutti» e, dunque, portare a compimento quel processo che Paolo Rossi ha denominato «l’abbattimento del paradigma della segretezza», che costituisce uno dei caratteri distintivi della «rivoluzione scientifica». Nel XVII secolo, l’elemento della comunicazione diventa quindi fondamentale non solo all’interno del collegio invisibile degli scienziati, ma anche all’esterno - al di fuori della Torre d’Avorio - per esempio istituzionalizzando le accademie scientifiche, fatto che sottolinea il mutamento profondo della scienza rispetto alla società. Dalle indagini sui secreti della natura diffuse a partire dal Quattrocento alle origini della Scienza Moderna è stato chiaro il rapporto tra studio privato e pubblico, inteso come condiviso in una comunità di pari e dotti, e poi in fasi successive con pubblici di non esperti.
Il XVII si configura come secolo chiave, nelle complesse evoluzioni politiche, sociali, economiche, culturali, protratte dal Rinascimento all’età barocca, per capire a fondo la contemporaneità e le caratteristiche del rapporto tra scienza e società, relazione che si è evoluta radicalmente restando però scienza e società fittamente interconnesse e reciprocamente dipendenti. Uno studio metodologico e storiografico dell’origine di questo rapporto osmotico è da considerarsi rilevante per poter capire appieno il peso della comunicazione scientifica in tutte le sue accezioni e non ultimo del suo ruolo in una società democratica della conoscenza nell’era post-accademica della scienza.
Si è individuato in particolare nel Granducato di Toscana di Ferdinando II (1610-1670) e poi di Cosimo III (1642-1723) un momento chiave per l’evoluzione culturale , in cui si ridisegnarono le esigenze dei potentati nel gestire il proprio potere, le relazioni e il sapere come strumento di governo prima in una chiave fondamentalmente artistica e umanistica e successivamente scientifico-tecnologica.
Comprendere dove nascono certi processi e contestualizzarli nel passato, con gli strumenti della storia, aiuta a restituire una forte radice nella loro contemporaneità, e l’edizione filologica rigorosa garantisce fedeltà nella resa delle fonti, oltre che comprenderne il senso nella loro produzione.
Il progetto di ricerca è già stato avviato con lo studio e la pubblicazione in itinere di due articoli su altrettanti documenti conservati nelll’Archivio di Stato di Firenze e relativi a strumenti scientifici e a informative su osservazioni astronomiche tra prima e seconda metà del XVII secolo.
Obiettivi e conclusioni auspicabili:
Studiare, conoscere, investigare, comunicare sono esigenze umane e non di meno far dialogare la storia con le medesime esigenze nel presente consente di proiettarci al futuro con maggiore consapevolezza.
Questo tipo di lavoro cerca di ricollocare la comunicazione scientifica -in senso lato e in tutte le sue declinazioni- a una dimensione di ricerca, ricordando quali siano le radici comuni metodologiche e le stesse finalità con la scienza, proiettate entrambe verso una crescita culturale e il progresso della società.
Le competenze complementari degli autori permettono da una parte di ripercorrere il processo di strutturazione del legame tra società e scienza (o ricerca scientifica) attraverso la trasmissione del sapere a pubblici eterogenei, utilizzando una metodologia di ricerca su documenti storici, e dall’altra parte di proiettare l’utilizzo del concetto di “futuro passato” teorizzato da Koselleck nell’analisi degli strumenti semantici e lessicali applicati all’analisi storica, nell’attuale panorama della comunicazione scientifica nel XXI secolo.
La rigorosa metodologia di indagine storico-filologica conferisce solidità alle argomentazioni che permettono di ricollocare la comunicazione della scienza a ruolo non ancillare rispetto alla scienza stessa, nel suo contesto più ampio rispetto alla società, mettendo in luce i processi profondi che legano le due entità. Questo lavoro vorrebbe pertanto strutturare in modo sistematico le basi anche all’interno della comunità scientifica astronomica - ancora una volta “il cielo come strumento” - di una nuova consapevolezza del ruolo della comunicazione scientifica lasciando definitivamente alle spalle la “Torre d’Avorio” e diventando acquisendo piena cosapevolezza del ruolo strategico della comunicazione non solo per la società ma per la scienza stessa.
Affiliazione del relatore
Massimiliano Spiga (Università di Valencia)
Breve profilo professionale
Storico moderno e filologo. Dottore di ricerca in Lenguas, Literaturas, Culturas, y sus Aplicaciónes, con lode. Gli interessi di ricerca si muovono tra storia del libro, epistolografía, storia di genere, comunicazione scientifica e i dibattiti su filologia e storiografia. L’arco temporale di riferimento sono i secoli XVI e XVII con focus su inquisizione, genere femminile, comunicazione epistolare nel Mediterraneo, nepotismo, nepotismo, a margine di alcune dinamiche di potere.
Indirizzo e-mail | rossella.spiga@inaf.it |
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Ambito di riferimento della ricerca | Astronomia e Storia |
Conference Proceedings | Sì |
Poster Flash Talk | No |