Description
Ancora oggi la grande maggioranza della manualistica geografica adottata nelle scuole si apre con un capitolo dedicato all’Universo e alla posizione della Terra in esso. Saperi geografici e saperi astronomici sono profondamente interconnessi fin dall’Antichità, con un rapporto che non è venuto meno con il costituirsi della Geografia in una disciplina ben delineata durante il corso del XIX secolo.
La prima parte dell’Ottocento rappresenta un momento cruciale e fondativo da questo punto di vista, caratterizzato da una discussione molto vivace e ampiamente partecipata a cui presero parte diversi intellettuali e scienziati del tempo per definire l’oggetto di studio, i metodi da impiegare e quali obiettivi prefiggere per la nuova disciplina.
L’affermazione di una Geografia accademica in Italia risale alla seconda metà del secolo diciannovesimo secolo, ma già nei decenni precedenti alcuni geografi avevano posto le basi per il suo avvento. Tra questi, una menzione speciale la merita Adriano Balbi (1782-1848), geografo veneziano, ma italiano di convinzione ed europeo di cultura, che viaggiò molto ed ebbe fitte relazioni con scienziati di varia natura nel corso della sua vita. La formazione di Balbi fu ampiamente variegata, attento lettore delle coeve opere di geografi stranieri, ad esempio leggendo i compendi di Conrad Malte-Brun o Carl Ritter, non mancò però di completare il suo bagaglio di conoscenze fisiche e astronomiche con testi classici della scienza come Athanasius Kircher, Galileo Galilei o Carl Friedrich Gauss. Molto prolifico nel corso della sua attività di studioso, le numerose opere che realizzò furono stampate in tutto il mondo e tradotte in differenti lingue, permettendo ad Adriano Balbi di inserirsi con autorevolezza nel dibattito geografico nazionale e internazionale.
Nei suoi compendi geografici, molti dei quali destinati specificatamente all’istruzione scolastica, egli era solito aprire la trattazione con un capitolo dedicato alla geografia astronomica. Non va dimenticato che la carriera di Balbi prese avvio come insegnante di Fisica presso il liceo di Fermo e mantenne per tutta la vita contatti e dialogo con gli astronomi italiani dislocati nei vari osservatori della Penisola, in particolare con quelli degli osservatori di Brera, di Padova e di Roma. Ciò permise al geografo di rimanere costantemente aggiornato sul dibattito in corso in ambito astronomico e collaborare con gli astronomi all’avanzamento della scienza in Italia. Tale fitta trama di relazioni è oggi rintracciabile attraverso lo studio dei numerosi carteggi e appunti del veneziano conservati presso archivi italiani ed esteri.
Inoltre, come noto, nel corso dell’Ottocento il contatto tra studiosi italiani di diverso ambito avvenne anche attraverso quella fervida stagione di Riunioni degli scienziati che va dal 1839 al 1847. Tali occasioni rappresentarono uno scenario dove le questioni scientifiche si mescolarono ad aspirazioni risorgimentali e patriottiche, rafforzando legami politici e culturali tra i diversi partecipanti (Casalena, 2007). Adriano Balbi partecipò a diverse di queste riunioni, giungendo a presiedere la sezione di Geografia e Archeologia in quella del 1847 svoltasi nella sua città, Venezia, e ponendo ricorrentemente al centro delle sue riflessioni la necessità di creare scienze “nazionali”, in dialogo tra loro per l’avanzamento scientifico dell’Italia.
La nostra ricerca si concentra sul legame esistente tra la Geografia e l’Astronomia nel primo Ottocento, analizzato ed esemplificato attraverso l’opera del “nestore degli europei geografi” (Il Pirata, 19 agosto 1845, n. 15, p. 63), in un momento magmatico e di ridefinizione dei saperi scientifici in entrambe le discipline. Dunque, rintracciare i fili del percorso storico delle discipline per risalire ai molteplici rapporti intercorsi esistenti e caratterizzanti che intercorsero, così da compiere un’importante indagine sull’«archeologia del sapere» (Foucault), superando il rischio di un appiattimento atemporale e allargando la nostra prospettiva su scienze in costante confronto e dialogo, tutt’altro che separate.
Breve profilo professionale
Mirko Castaldi è Dottorando in “Storia, Territorio e Patrimonio culturale” presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre. I suoi studi riguardano la Storia della Geografia e della Cartografia nel XIX secolo, con particolare attenzione alla circolazione di uomini, saperi e idee.
Arturo Gallia è Ricercatore di Geografia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre e tra i suoi temi di ricerca vi sono le società insulari mediterranee, la cartografia
Affiliazione del relatore
Dipartimento di Studi Umanistici, Università Roma
Indirizzo e-mail | arturo.gallia@uniroma3.it, mirko.castaldi@uniroma3.it |
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Ambito di riferimento della ricerca | Astronomia e Storia |
Conference Proceedings | Sì |
Poster Flash Talk | Sì |