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Passati i brillanti inizi, la meteorologia nel XIX secolo affronta un periodo di scarso successo, ed è vista come attività aggiuntiva e secondaria rispetto l’astronomia. In questo lavoro viene considerato il caso delle osservazioni meteorologiche di Bologna (in particolare le serie di pressione, temperatura e di precipitazione), di cui sono già stati recuperati e analizzati i dati del XVII e XVIII secolo, mentre si sta avviando un nuovo lavoro per il XIX e XX secolo. Per quest’ultimo periodo, i metadati riguardanti la strumentazione, la posizione, l’esposizione, e le modalità operative non sono ancora del tutto noti, e le fonti al riguardo sono scarse, imprecise, ambigue e a volte contraddittorie. Per esempio, nei registri e nelle pubblicazioni dell’epoca viene scritto che gli strumenti erano esposti ai quattro punti cardinali, mentre era possibile soltanto NE, SE, SW, NW. Quando le fonti parlano di esposizione a N, non si sa se si tratti di NE o NW. Questo va chiarito dall’analisi delle osservazioni di temperatura e dalla modellazione dei raggi solari nell’arco del giorno e dell’anno. Il cambiamento degli orari di osservazione, uno o più al giorno in combinazioni orarie diverse a seconda dei periodi (ore 12; 9+12+15; 7+12+15+21; 7+12+15+23; 8+12+16+20; 9+12+15+20), i termometri colpiti dal Sole, e il modo di calcolare i valori rappresentativi della giornata (per esempio facendo la media di tutti i termometri alle quattro esposizioni cardinali) introducono disomogeneità ed errori che richiedono una profonda revisione e correzione dei dati originali. Dopo aver analizzato tutta la letteratura esistente e i lavori fatti in precedenza, nel 2024 è iniziata la digitalizzazione dei registri originali per il recupero completo e la revisione della serie bolognese nella sua interezza. Respighi è il protagonista del periodo 1851-1865, e introdusse varie novità, riprendendo lo spirito pioneristico del secolo precedente. Ad una felice intuizione delle problematiche connesse alle osservazioni meteorologiche, come il controllo della precisione della strumentazione o la variazione della quantità di pioggia misurata a diverse altezze. Tuttavia, forse per la sua partenza per Roma, non poté concludere il programma prefissosi per la correzione dei risultati, che avrebbe portato ad un miglioramento delle osservazioni meteorologiche.