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Autori: Ferdinando Maurici, Emilio Milana, Alberto Scuderi
Riassunto / Abstract Su un pianoro dell’isola di Marettimo (Egadi), già crocevia di antiche rotte mediterranee, si trovano i ruderi di un fortilizio di origine romana (I sec a.C.) e di una basilica paleocristiana (V secolo), sulla cui navata centrale è ancora visibile per intero una chiesetta eretta da monaci basiliani del XII secolo. Una schiera ordinata di sette monoliti, emersa da recenti campagne di scavi, è stata finora interpretata come un muro ad opus africanum, interposto tra il fortilizio e la basilica. Nuove considerazioni di carattere archeoastronomico (morfologia, rilevamento di solstizi ed equinozi, esistenza di un “punto di mira / traguardo”, correlazione con altri documenti archeologici similari siciliani) inducono a ipotizzare, per i monoliti, una struttura calendariale con risvolti vari distribuiti in un lungo campo temporale ipoteticamente legato al problema della determinazione della Pasqua in epoca tardoantica (su cui esiste una nota corrispondenza fra Pascasino, vescovo della diocesi di Lilibeo cui certamente Marettimo apparteneva, e Papa Leone Magno). La basilica tardoantica sottostante la chiesetta d’età normanna presenta infatti una vasca per battesimo a immersione ed è noto che il sacramento veniva impartito preferibilmente in occasione della Pasqua.