Rosino è una figura di primissimo piano dell’astronomia italiana del ‘900 che ha lasciato un segno indelebile nella nostra regione e in particolare a Padova. Ordinario di Astronomia presso l’Università degli Studi di Padova, istituì il primo corso di laurea di Astronomia in Italia e fu per quasi 30 anni Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova e dell’Osservatorio Astrofisico di Asiago ove realizzò 3 telescopi. Fu Accademico dei Lincei e maestro carismatico di un’intera generazione di astrofisici che ne conservano il prezioso ricordo.
Leonida Rosino fu un grande astronomo, da molti punti di vista: uno scienziato instancabile, un riferimento nell’insegnamento, autorevole nella direzione e un maestro nella formazione delle nuove generazioni di astronomi. Con la sua lunga e fertile direzione e attività scientifica ha dato grande prestigio agli Osservatori Astronomici di Padova e Asiago, che negli anni cinquanta erano relegati a un ruolo secondario nel panorama scientifico nazionale e internazionale pur essendo dotati di grandi potenzialità osservative. La sua infaticabile opera ha permesso ai due Osservatori Veneti di svilupparsi fino a diventare veri protagonisti e punti di riferimento dell’astronomia nazionale e internazionale.
Lo sviluppo tecnologico da lui avviato con la costruzione di ben tre telescopi, fra cui il più grande sul suolo italiano, il Copernico da 182cm di Cima Ekar, ha permesso la formazione di un’intera generazione di astronomi che divennero poi protagonisti nella costruzione del Telescopio Nazionale Galileo (La Palma, Isole Canarie) e contribuirono alla realizzazione dei grandi telescopi da 8 metri in varie parti del mondo (ESO in Cile e LBT in Arizona). Inoltre, Rosino subito intuendo le prospettive della nascente astronomia spaziale, favorì in vario modo il coinvolgimento dei ricercatori patavini in imprese quali le missioni Hipparcos e Giotto dell’ESA e il Telescopio Spaziale Hubble della NASA.
Non va trascurato il fondamentale contributo di Rosino al progresso scientifico dell’astronomia. A questo riguardo le sue sistematiche osservazioni sulle supernove (SN) sono state fondamentali per la definizione delle loro caratteristiche, soprattutto per le SN di tipo “Ia”. Queste osservazioni hanno gettato le basi su cui, a partire dagli anni 80, la comunità astronomica ha cominciato ad utilizzare le SN come tracciatori della struttura dell’Universo fino alla scoperta inaspettata dell’espansione accelerata del Big Bang e premiata nel 2011 con il premio Nobel a Schmidt, Perlmutter e Riess.
La determinazione di Rosino fu fondamentale nella nascita del primo corso di Laurea in Astronomia d’Italia che fu una sua vera e propria “creatura” e, come amava ricordare lui stesso, la sua istituzione aveva segnato «uno dei momenti più esaltanti» della sua vita. Senza dubbio va a lui il merito di avere in questo modo rilanciato e potenziato gli studi astronomici a Padova, confermando così la vocazione scientifico-astronomica di un’Università che aveva avuto come docente Galileo Galilei che proprio a Padova, con le sue straordinarie scoperte celesti, aveva fondato la ‘nuova astronomia’. Nel 1980, la creazione del Dottorato di Ricerca ha permesso di avere uno specifico corso di Dottorato in Astronomia che fin dal primo ciclo ha permesso di adeguare la preparazione dei nuovi astronomi all’ambito internazionale. La scuola di dottorato in Astronomia è tuttora una delle sole due scuole in Italia interamente dedicate all’avvio alla ricerca delle future generazioni di astronomi. Il corso di laurea in Astronomia conta oltre 200 studenti e 20 docenti e addottora circa 20 studenti all’anno mentre la scuola di dottorato conta 35 studenti.
Il convegno mira a ricordare e rendere nota la figura del Prof. Leonida Rosino con il vivo apporto dei ricordi di molti dei suoi allievi assurti ai più alti livelli dell’astronomia nazionale e internazionale e tuttora in piena attività. La commemorazione sarà anche un’occasione per verificare il cammino dell’astronomia nel Veneto e le sue linee di sviluppo nel contesto nazionale e internazionale.