Il Congresso Nazionale della Società Astronomica Italiana (SAIt) rappresenta una occasione di presentazione, approfondimento e discussione di temi e risultati scientifici, progetti e attività di grande impatto sociale, attualità o prospettiva per l’intera comunità di settore. Il Congresso, storicamente, costituisce una occasione per far incontrare il mondo della ricerca professionale, quello amatoriale, quello didattico e formativo e quello della comunicazione e della divulgazione della scienza in campo astronomico.
Il prossimo Congresso Nazionale della SAIt si terrà presso l’Università degli Studi di Camerino (UNICAM)dal 15 al 19 maggio 2023. Il congresso ha una duplice valenza e importanza: è il primo congresso della SAIt che si tiene in presenza dopo il periodo pandemico appena trascorso e sottolinea l’importanza che UNICAM(una delle più antiche del mondo essendo stata fondata nel lontano 1336) attribuisce al campo dell’astrofisica e della planetologia, dopo che la stessa Università è recentemente diventata una sede INAF universitaria. Facendo seguito al compito affidatogli dall’atto legislativo che lo ha costituito, l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) guida la ricerca italiana nel campo dell’astrofisica e della planetologia dalla sua fondazione (1999) ed è una delle maggiori istituzioni scientifiche nel panorama internazionale. UNICAM, ospitando una delle prime sedi universitarie INAF in Italia e la prima sede INAF universitaria nelle Marche (regione che ha dato i natali ad eminenti personalità di settore, quali Eustachio Divini, Francesco De Vico e Giuseppe “Beppo” Occhialini, giusto per citarne alcuni) conferma l’importanza che l’Astrofisica riveste nel campo delle scienze fisiche in generale.
Il tema scientifico scelto per il congresso,
Le nuove frontiere dell'astrofisica moderna e il ruolo nazionale
Sarà l’occasione di fare il punto sui risultati scientifici ottenuti con le nuove strumentazioni e missioni, sia da terra che dallo spazio, realizzate negli ultimi anni e di particolare interesse per la comunità scientifica nazionale (si veda il programma provvisorio degli invited talk e dei solicited talk per dettagli). Nell’ultima giornata del Congresso sono previsti dei review talk su cosa ci aspetta nel futuro prossimo e degli interventi conclusivi.
Uno spazio specifico sarà dedicato alla Didattica e Divulgazione e alle problematiche dell'insegnamento dell'Astronomia nelle scuole secondarie. La Didattica è tradizionalmente tema di interesse della SAIt, che ha tra i suoi compiti quello di incentivare e migliorare l'insegnamento dell'Astrofisica, materia che si caratterizza per l'elevato contenuto interdisciplinare e la forte valenza culturale e formativa.
Durante il Congresso si terrà anche la LXVII Assemblea dei Soci, fondamentale punto di scambio di idee e di confronto tra le diverse realtà che la contraddistinguono, e avrà luogo l’assegnazione dei seguenti premi:
Date Importanti
20 Febbraio - Apertura delle registrazioni al congresso
31 Marzo - Scadenza invio contributi orali/poster
17 Aprile - Pubblicazione della lista dei contributi orali selezionati
19 Aprile - Pubblicazione del Programma definitivo
28 Aprile - Chiusura registrazioni
L'ultimo decennio è stato uno dei periodi più importanti e scientificamente produttivi nella storia delle scienze planetarie. Dalla parte interna ai pianeti giganti e oltre, la nostra comprensione del Sistema Solare è cresciuta continuamente. L'Italia ha contribuito notevolmente a questi risultati, essendo coinvolta con vari livelli di responsabilità nello sviluppo e nella gestione della strumentazione scientifica a bordo della maggior parte delle missioni spaziali realizzate negli ultimi 20 anni.
Missioni spaziali come Cassini, Dawn, Juno, Rosetta, Mars Express, ExoMars TGO e i numerosi rover e laboratori di superficie marziani hanno fornito informazioni essenziali, che hanno rimodellato la nostra comprensione di alcuni corpi del Sistema Solare.
La prossima decade vedrà una nuova fase dell'eplorazione, non più puramente scientifica, ma influenzata dalle esigenze dell'esplorazione umana e dello sfruttamento delle risorse.
Durante l'intervento si discuterranno i risultati più importanti conseguiti negli ultimi anni e le prospettive ed opportunità scientifiche che si aprono in questa nuova era dell'esplorazione spaziale.
Dopo 51 Pegasi b (Mayor & Queloz, 1995), il primo pianeta scoperto in orbita attorno a una stella simile al Sole, sono stati identificati circa 5.500 pianeti in quasi 4.000 sistemi planetari. Esistono vari metodi per individuare nuovi pianeti, spesso complementari tra loro, e varie tecniche sono state usate per ottenere informazioni sempre più precise su di essi e sui sistemi planetari a cui appartengono.
Abbiamo osservato un'ampia varietà di tipi di pianeti e una grande diversità nell'architettura dei sistemi esoplanetari. Per capire l'origine della varietà dei pianeti e dei sistemi planetari occorre avere un'accurata classificazione delle proprietà fisiche dei pianeti e delle loro orbite; studiare le atmosfere planetarie, la cui composizione conserva spesso tracce dei primi stadi di formazione; conoscere le proprietà della stella che ospita il sistema planetario e in particolare investigare l'interazione stella-pianeta.
Passerò in rassegna i principali risultati ottenuti e le questioni ancora aperte, e accennerò agli sviluppi attesi con l'arrivo dei nuovi strumenti dedicati ai sistemi esoplanetari, che saranno presto in funzione da terra e dallo spazio.
Mars is very similar to the Earth from the geological point of view, but its greater distance from the Sun and its tenuous atmosphere, incapable of producing a greenhouse effect or absorbing incoming UV radiation and high-energy particles, make its surface a sterile, frozen desert. Although the Martian surface is incapable of sustaining life as we know it, there is ample geologic and mineralogic evidence of a milder, wetter climate allowing the presence of liquid water in the past. The possibility that an early environment similar to Earth's could have allowed the emergence of life has made Mars the most widely and intensely explored body of the Solar System beyond the orbit of the Moon. Among the many spacecrafts, landers and rovers reaching Mars since the late sixties of the last century, ESA's Mars Express stands out as the longest-lived and probably the most versatile mission to date, yelding fundamental contributions to the understanding of the ionosphere, atmosphere, surface and cryosphere of Mars. In this talk, the current paradigm of the Martian geological, climatic and biological evolution will be reviewed, and key findings obtained by experiments aboard Mars Express will be presented. Lastly, the influence of these results on the development of subsequent missions to Mars will be highlighted, and potential future contributions to Mars science in the context of the current exploration strategy will be discussed.
Modern society is becoming increasingly dependent on technology which can be severely affected by space weather phenomena in the circumterrestrial space. In the recent years, also thanks to Heliophysics and Solar System exploration missions, our knowledge in different fields of space weather science –strongly and intrinsically interconnected– has been dramatically increased. Indeed, an in depth understanding of the physical mechanisms characterising the interactions between the Earth (or other planetary bodies) and their surrounding space environments is the key for determining the short and/or long-term effects of space weather at both scientific and technological levels. In this context, interdisciplinarity assumes a key role in any related theoretical and/or data-based research.
In this talk I will discuss some recent results in the field of Space Weather science with special emphasis on current national and international initiatives in the field. Some examples of planetary space weather science approaches related to solar system investigations, also in view of upcoming missions, will be also presented. In this context, the role of theoretical and/or data-driven modeling and multi-data joint analysis will be further evidenced. Finally, the paramount importance of the exchange of scientific and technological know-how between different communities will be discussed.
The PRISMA project (www.prisma.inaf.it) consists of 60 all-sky cameras for triangulating the trajectories of fireballs and, for the brightest phenomena, searching for any meteorites on the ground. This project, coordinated by INAF, was born in 2017 and on January 4, 2020 there was the recovery of the first meteorite near Modena, the "Cavezzo", associated with the "New Year's fireball" of January 1, 2020. It was the first meteorite found following triangulation in Italy. The success was repeated on February 17, 2023, with the recovery of the "Matera" meteorite, associated with the so-called "San Valentino" fireball of February 14, 2023. In the talk we will see how Prisma works and how it is possible to limit the strewn field for the search of meteorites.
Review sui risultati scientifici ottenuti negli ultimi anni con l'attuale strumentazione radio.
Presenterò i più recenti risultati ottenuti nell'ambito dei Large Survey Project TRAPUM e MeerTime per la ricerca e lo studio di pulsar con MeerKAT, il precursore sudafricano dello Square Kilometre Array. Grazie alle sue caratteristiche uniche, MeerKAT ha permesso di scoprire già quasi 200 pulsar in appena 2 anni e di approfondire lo studio di queste sorgenti per utilizzarle come laboratori di fisica fondamntale e astrofisica in diversi contesti: dai test dii gravità relativistica, alla rivelazione di onde gravitazionali, all'evoluzione di sistemi binari, fino ai buchi neri stellari.
Una delle conseguenze più esotiche e sfuggenti della teoria della relatività generale di Einstein è l'esistenza dei buchi neri. Nel Maggio del 2022, la collaborazione Event Horizon Telescope (EHT) ha svelato la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia. Questa immagine è arrivata tre anni dopo la prima immagine storica di un buco nero, quello al centro della galassia M87 nell'ammasso della Vergine.
Entrambe le immagini sono state ottenute grazie a una rete globale di radiotelescopi, che costituisce l’EHT, un vero e proprio telescopio virtuale di dimensioni planetarie.
La portata scientifica di queste immagini EHT e' enorme, perché non solo aprono una nuova finestra sullo studio di questi affascinanti oggetti astronomici, ma ci consentono di testare la famosa Teoria Generale della Relatività formulata da Einstein nel 1915, oltre i limiti finora possibili.
Einstein ha quindi ancora ragione?
Nel seminario descriverò il contesto, il significato e il "dietro le quinte" di queste scoperte.
I Fast Radio Burst (FRB) sono uno dei fenomeni piu' enigmatici dell'astrofisica moderna. Presentero' il fenomeno e le principali evidenze osservative che ci stanno portando verso l'identificazione dei loro progenitori.
Sottolineero' in particolare il contributo della comunita' italiana alla scienza degli FRB. Tale contributo parte da strumenti radio che possono coprire dalla scoperta, al monitoring delle sorgenti FRB. In aggiunta a questo, una rete multi-lunghezza d'onda tutta italiana e' in prima linea a livello internazionale per la ricerca di controparti di FRB al di fuori della sola banda radio per poter discriminare meglio tra i vari modelli di emissione.
L’esigenza di rendere pubblica la ricerca è di vecchia data, ma spesso incontra ostacoli logistici e organizzativi al suo pieno conseguimento. Con la Dichiarazione di Berlino sull'accesso aperto alla letteratura scientifica nel 2003, seguita dalla Dichiarazione di Messina da parte degli atenei italiani a sostegno dell'accesso aperto nel 2004 e dalla strategia dell’Unione Europea per la realizzazione del Digital Single Market nel 2015, ha trovato riscontro e supporto istituzionale l’esigenza di voler sfruttare le potenzialità del digitale e della rete per disseminare e condividere senza barriere o restrizioni i risultati della ricerca. La ricerca infatti si sviluppa e progredisce anche attraverso la condivisione dei saperi, la disseminazione e l’accesso ai risultati di chi ci ha preceduto.
Sostenere, promuovere e diffondere le politiche di Open Science (OS) in INAF è lo scopo del WG della Direzione Scientifica creato nel Marzo del 2023, in quanto l’Open Science viene richiesto esplicitamente in tutti i programmi Europei, e nazionali, di finanziamento.
Il gruppo intende esplicitare ed esporre il concetto di OS che è trasversale tra le diverse attività presenti anche in INAF, e che comprende tra i suoi principi fondamentali l’Open Access, l’Open Data e l’Open Educational Resources. Queste attività, già presenti intrinsecamente nella ricerca astrofisica, e quindi in INAF, vanno però esplicitate, potenziate e coordinate in modo da rendere la Ricerca Astronomica sempre più trasparente e accessibile all’intera comunità, dandole così il posto che le compete nel panorama Nazionale ed Internazionale.
Numerical simulations arguably represent nowadays the most advanced instruments to capture the complexity of the physical processes driving the formation of astrophysical and cosmological structures over wide dynamic ranges. In my talk I will review recent results, with a focus on computational cosmology, obtained by using massively parallel codes on modern infrastructures for High Performance Computing (HPC). I will highlight how such simulations are both unique to understand the astrophysics of structure formation, and of invaluable support for the exploitation of ongoing and forthcoming cosmological surveys. I will finally discuss the perspectives of HPC in Astrophysics for the Italian community, both in terms of access to large computing infrastructures, and of specific expertise for the development of innovative algorithmic solutions.
L’importanza che riveste la carta nella nostra società è indubbiamente straordinaria; infatti, la charta ha segnato profondamente ogni momento della nostra civiltà da quando la parola ha iniziato ad essere scritta. Studi approfonditi sono stati svolti dall’Università di Camerino sulle primissime produzioni di carta nelle cartiere di Pioraco (Camerino) e Fabriano per carpire i segreti delle antiche manifatture di un materiale che avrebbe rivoluzionato il nostro modus vivendi. Sono state applicate analisi non invasive, come la spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR) e la risonanza magnetica portatile (NMR-MOUSE), unite a tecniche microdistruttive, come la microscopia elettronica a scansione (SEM), la spettroscopia NMR del carbonio allo stato solido, Analisi Termo Gravimetrica (TGA) ed Elettroforesi su Gel di Sodio Dodecilsolfato – PoliAcrilammide (SDS-PAGE) e Cromatografia Liquida in Fase Inversa (RP-HPLC), per ottenere le informazioni di base per una più corretta conoscenza della prima manifattura di carta occidentale e per approfondire lo sfondo storico di un patrimonio culturale tra i più straordinari che le Marche possiedono: la carta.
In just a few months, JWST has started to transform our understanding of the epoch of cosmic dawn. In this talk, I will present the recent results from early JWST observations showing a possible accelerated evolution of the first galaxies and structures. I will focus on the results from the GLASS-JWST survey that provided the first evidence of a high abundance of UV-bright galaxies at z>9, and led to the discovery of a possible overdensity at z~10. I will discuss the potential implications for cosmology and prospects for future investigations of the first galaxy populations.
Nella mia presentazione evidenziero' il contributo fondamentale dato dai telescopi VLT coi loro strumenti nello studio di vari aspetti della evoluzione delle galassie, partendo dalle galassie piu' lontane nell'epoca di reionizzazone fino al mezzogiorno cosmico.
La missione Gaia dell'ESA, con la sua copertura dell'intero cielo e la varietà e qualità dei dati prodotti, per quasi 2 miliardi di sorgenti, sta letteralmente rivoluzionando non solo la nostra conoscenza della Via Lattea, ma viene usata in quasti tutti i campi di ricerca astrofisica. In questo intervento descriverò brevemente la missione e i suoi dati, sia quelli già ottenuti che quelli attesi nelle prossime releases. Presenterò poi una personale selezione dei risultati più recenti ottenuti in diversi ambiti.
ANDES (ArmazoNes high Dispersion Echelle Spectrograph), formerly known as ELT-HIRES, is the high-resolution optical-infrared spectrograph for the ESO/ELT (European Southern Observatory/Extremely Large Telescope) thought to study astronomical objects that require highly sensitive observations. It will be used to search for signs of life in Earth-like exoplanets, find the first stars born in the Universe, test for variations of the fundamental constants of physics, and measure the acceleration of the Universe's expansion. ANDES baseline concept combines high spectral resolution (up to 100,000), wide spectral range (0.4 μm to 1.8 μm with a goal from 0.35 μm to 2.4 μm) and extreme stability in wavelength calibration accuracy (better than 0.02 m/s rms over a 10-year period in a selected wavelength range) obtained by four spectrographic modules fed by fibers and operating in seeing and diffraction limited (adaptive optics assisted) mode.
The construction phase of ANDES, approved by ESO council at the end of 2021 and currently ongoing, is a cumulative efforts of 33 institutes from 13 countries. Italy, through INAF, leads and coordinates the project. Principal Investigator, Project Manager, System Engineer, Instrument Scientist, Software System Engineer and most of the other components of the project office are part of INAF. INAF is also responsible of the construction of two core subsystems of ANDES: the Fiber Link and the Adaptive Optics module. In this talk, I’ll present the project and challenges we need to face for its final construction.
Le pubblicazioni del TNG sono in continuo aumento e nel 2022 si e' superato per la prima volta il muro dei 100 articoli/anno. Questa crescita e' trainata da HARPS-N, usato sotto svariate forme e da differenti team. Verranno quindi analizzati i maggiori aspetti scientifici riguardanti l'alta risoluzione. Notevole anche il contributo alla Time Domain Astronomy da parte degli strumenti di prima generazione (imaging e bassa risoluzione, sia nel visibile che nell'infrarosso). Si indicheranno le possibili linee guide sulle quali si muovera' il TNG nel prossimo futuro.
The FOTOSS project has recently completed science-quality digitization of the Torino Astrophysical Observatory (INAF-OATo) photographic collection, consisting of several thousand glass plates featuring century-old astronomical observations, by means of a high-performance digitizer developed and operated by the Shanghai Astronomical Observatory, Chinese Academy of Sciences (SHAO-CAS). Such an accomplishment provides the ultimate preservation of OATo's historical photographic data and highlights the potential of its astrometric and photometric exploitation.
I will present the status of the project and give some details on the solutions adopted for the implementation of the main tasks, which could pave the way for the full digitization of other italian astronomical plate collections.
La carta riveste un ruolo importante nella storia del territorio marchigiano, con la presenza delle storiche cartiere di Fabriano e di Pioraco. La carta riveste anche un ruolo primario nella diffusione e la conservazione della cultura, nei suoi più vari aspetti. E l'Astronomia non fa eccezione.
L'Università di Camerino (UniCam), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e il Museo della Carta di Pioraco (MCP) condivideranno le proprie esperienze, competenze, storie e progetti per raccontare la meravigliosa storia della carta, supporto fondamentale del progresso dell’umanità.
In particolare, nell'ambito del presente congresso della Società Astronomica Italiana, si svolgeranno delle attività legate alla carta, alla sua storia, alla produzione, all'evoluzione dei materiali e dei metodi, alle tecniche diagnostiche e ai relativi metodi di restauro e recupero di antichi documenti in possesso del'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma. Le attività nelle sale laterali al congresso riguarderanno: 1) la fabbricazione della carta (laboratorio curato dal Museo della Carta di Pioraco, prima sala), 2) la diagnostica per l’analisi delle antiche carte di Fabriano e Camerino e i metodi di recupero e restauro (UniCAm, seconda sala), 3) il progetto di recupero e restauro del fondo iconografico dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Roma (INAF, seconda sala).
I will review current and future high energy facilities/observatories accessible to INAF researchers from the ground and from space, and the opportunities they offer.
In questo contributo faro' una panoramica dei recenti risultati ottenuti nello studio della emissione diffusa in banda X. In particolare, discutero' come osservazioni con XMM ed eROSITA abbiano permesso di scoprire camini di gas caldo che partono dal centro della Via Lattea e vanno a formare delle bolle di gas caldo con dimensioni paragonabili a quelle della Galassia stessa. Analizzero' l'importanza del vento Galattico, all'origine di queste strutture, paragonandolo al fenomeno di "feedback" osservato in altre galassie. Inoltre, discutero' l'importanza di studiare la fase calda della Via Lattea e le recenti misure che sono state possibili grazie all'analisi dei dati di eROSITA. Infine, menzionero' la misura della fase calda nell'alone di altre galassie e come questi nuovi risultati ci permettano di progredire nella nostra comprensione dell'evoluzione delle galassie.
L'osservazione dei raggi gamma ad energie del teraelectronvolt (TeV) con i telescopi Cherenkov costituisce la più recente frontiera nell'astronomia delle alte energie. Alle classi di sorgenti note, blazars e resti di supernova, se ne sono aggiunte di recente altre, come i gamma-ray burst e le novae, che hanno approfondito o posto nuove sfide alla conoscenza dei processi di emissione. L'astrofisica multimessaggero, con le sorgenti di neutrino e onde gravitazionali, suggerisce una associazione con l'emissione al TeV, che aspetta una conferma definitiva dalle matrici di telescopi Cherenkov, in operazione e in costruzione. I telescopi Cherenkov MAGIC, con il loro sostanziale contributo italiano e di INAF, sono i protagonisti dei più recenti progressi nell'astronomia al TeV.
La variabilità dei blazar è da tempo spiegata mettendola in relazione con un'ampia gamma di possibili processi fisici, che avvengono nel disco di accrescimento e/o nel getto. I vari scenari includono zone di emissione nel disco di accrescimento che ruotano attorno al buco nero super-massiccio, instabilità magnetoidrodinamiche nel disco o nel getto, onde di shock che viaggiano lungo i getti ed effetti relativistici dovuti all'orientamento del getto. Nella banda dei raggi X, l'emissione di fondo generata dal disco di accrescimento sembra eclissare ogni possibile ulteriore fonte di variabilità, come la periodicità indotta dalla presenza di un buco nero binario nel motore centrale. Lo scopo del nostro lavoro è la ricerca della periodicità nelle curve di luce in X, UV e ottico del blazar PG 1553+113 analizzando i dati del satellite Swift dal 2012 al 2022. Questa sorgente è già nota per mostrare variabilità periodica solo nell'ottico e nei raggi gamma con un periodo di 2.2 anni. Eseguendo una robusta analisi statistica della curva di luce, i nostri risultati confermano che l'emissione nella banda X di PG 1553+113 sembrano mostrare una periodicità più breve di un fattore di circa il 40% rispetto a quella dei raggi gamma. Abbiamo anche studiato le correlazioni tra le curve di luce di questa sorgente in diverse bande, alla ricerca di possibili ritardi temporali che potessero aiutare a discriminare la distribuzione spaziale delle varie regioni di emissione.
In the context of the Italian Resilience and Recovery Plan INAF and INFN proposed the “CTA+" Program aimed at extending the scope and strengthen the scientific return of the CTAO Southern Array. The main objective of this program is to realize and implement 2 (possibly 3) end-to-end LSTs at CTAO-S as part of the LST Collaboration. The approved and fully funded program has formally started on January 1st, 2023 and has to be completed not later than December 31st, 2025. We are going to start immediately the procurement and implementation process for the 2 end-to-end LSTs, very similar to the 4 LSTs under construction at CTAO-N, even if some changes must be applied in order to be compliant with CTA south site requirements. The mechanical structure baseline design will be the same of the northern LSTs, apart from a few possible changes to fulfill the environmental specifications of the southern site and further reduce the construction risks and costs. The mirrors will be produced using the cold replica of glass slabs to make the 2 m mirrors i.e. the technology invented in Italy by INAF and presently used for LST- N. The camera will be almost identical to those of LST-N. The production of the cameras, mirrors and mechanical structures will be realized through large industrial contracts that will be supervised by the CTA+ management with the full support of the LST Collaboration. In this talk I will present the current status and the main objectives of the project.
The Large-Sized Telescope (LST-1) is the first 23-m-diameter prototype telescope for the Cherenkov Telescope Array Observatory (CTAO) and best suited for observations in the energy band from 20 GeV to approximately 200 GeV. The telescope was inaugurated on La Palma, Canary Islands, in 2018 and is performing regular observations on a wide range of astrophysical sources in order to verify its scientific capabilities. In this contribution, I will report about the first scientific results achieved with LST-1.
I giovani resti di supernova (SNR) sono tra le sorgenti più importanti di raggi X non termici nel cielo nonché l’origine della maggior parte dei raggi cosmici Galattici.
La polarizzazione dell’emissione di raggi X di sincrotrone dagli shock di SNR è stato a lungo previsto dalla teoria, con il grado e la direzione di polarizzazione che forniscono vincoli unici sul livello di turbolenza e sulla morfologia del campo magnetico.
Queste informazioni giocano un ruolo cruciale nelle teorie di accelerazione delle particelle e amplificazione del campo magnetico nei SNR e consentono di rispondere a molte questioni aperte sulle condizioni fisiche ai loro shock.
La missione NASA-ASI Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE), lanciata nel dicembre 2021, è la prima interamente dedicata alla polarimetria a raggi X.
I SNR sono un ottimo esempio delle novità che IXPE apporta all'astrofisica, poiché i suoi rivelatori con capacità di imaging ci consentono di eseguire polarimetria a raggi X risolta spazialmente di sorgenti estese con una risoluzione angolare di 30".
Riportiamo i primi risultati dell'osservazione da parte di IXPE durante il suo primo anno di attività del core-collapse SNR Cas A e dei SNR di tipo Ia Tycho e SN 1006.
The ASTRI Mini-Array is an International collaboration, led by the Italian National Institute for Astrophysics (INAF), that is constructing and operating an array of nine Imaging Atmospheric Cherenkov Telescopes to study gamma-ray sources at very high energy (TeV) and perform optical stellar intensity interferometry observations.
Angular resolutions below 100 microarcsec are achievable with stellar intensity interferometry (SII), using telescopes separated by hundreds to thousands of meters baselines. At this level of resolution it turns out to be possible to reveal details on the surface and of the environment surrounding bright stars on the sky. The ASTRI Mini-Array will provide a suitable infrastructure for performing these measurements thanks to the capabilities offered by its 9 telescopes, which provide 36 simultaneous baselines over distances between 100 m and 700 m.
After providing an overview of the scientific context and motivations, we present the advanced design for the ASTRI Stellar Intensity Interferometry Instrument (SI3), a fast single photon counting instrument that will be mounted on the ASTRI telescopes and dedicated to performing SII observations of bright stars. We will also show a few preliminary simulations that offer a glimpse of the extraordinary angular resolution achievable for investigating stellar astrophysics.
Nell’ambito delle iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio storico dell’Osservatorio Astronomico di Roma, sono state avviate attività
di revisione, catalogazione e restauro conservativo su opere dell’archivio storico. Il percorso si è potuto sviluppare grazie anche alle convenzioni
con le Università degli Studi di Torino, Palermo, Roma "Tor Vergata", corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, e l'Istituto
Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro. Le attività di recupero, tramite laboratori didattici, tirocini formativi,
tesi di laurea, prevedono il restauro e la conservazione di beni cartacei e fotografici di rilievo storico-scientifico, raffiguranti strumenti,
osservazioni del cielo, tavole scientifiche e momenti di spedizioni astronomiche ottocentesche.
Gli interventi di tutela mirano, quindi, a preservare e valorizzare le testimonianze storiche della prestigiosa eredità scientifica dell’Istituto.
L’Osservatorio Astronomico d'Abruzzo è coinvolto nel progetto dei detriti spaziali nell’ambito del progetto europeo SST, in cui l’INAF è contraente di un accordo con ASI. Il nostro Osservatorio parteciperà alla campagna osservativa di follow-up. Negli ultimi anni si sono effettuate osservazioni dei satelliti geo-stazionari sia in modalità fotometrica che in quella spettroscopica: dati che vengono correlati con le acquisizioni in laboratorio di alcuni pezzi con cui sono costruiti i satelliti.
In particolare il fine è di caratterizzare dal punto di vista spettro-fotometrico i satelliti geo-stazionari, per poterne riconoscere la natura e poterne ricostruire la pericolosità.
Descriviamo lo studio di fattibilità e la realizzazione del primo teatro ologarfico dedicato alla divulgazione scinetifica nell'ambito del rinnovamento del mueo didattico Astrolab nel parco astronomico dell'osservatorio di Monte Porzio Catone
Tutti siamo tristemente familiari con l’inquinamento luminoso. Sappiamo che troppi luci spengono le stelle e abbiamo imparato a promuovere strategie per limitare i danni della nostra illuminazione. Ma adesso dobbiamo difendere il cielo da un altro pericolo: le mega costellazioni satellitari che vogliono fornire la copertura internet in tutto il mondo. Si tratta di una miriade di satelliti, più brillanti delle stelle visibili ad occhio nudo che, oltre a disturbare la visione delle stelle, rischiano di creare pericolosi ingorghi orbitali. L’affollamento aumenta la probabilità di collisioni che potrebbero avere conseguenze catastrofiche per la nostra civiltà che dipende dai satelliti (anche se non sempre lo sa)
Modern society is becoming increasingly dependent on technology which can be severely affected by space weather phenomena in the circumterrestrial space. In the recent years, also thanks to Heliophysics and Solar System exploration missions, our knowledge in different fields of space weather science –strongly and intrinsically interconnected– has been dramatically increased. Indeed, an in depth understanding of the physical mechanisms characterising the interactions between the Earth (or other planetary bodies) and their surrounding space environments is the key for determining the short and/or long-term effects of space weather at both scientific and technological levels. In this context, interdisciplinarity assumes a key role in any related theoretical and/or data-based research.
In this talk I will discuss some recent results in the field of Space Weather science with special emphasis on current national and international initiatives in the field. Some examples of planetary space weather science approaches related to solar system investigations, also in view of upcoming missions, will be also presented. In this context, the role of theoretical and/or data-driven modeling and multi-data joint analysis will be further evidenced. Finally, the paramount importance of the exchange of scientific and technological know-how between different communities will be discussed.
L’Osservatorio Astronomico d'Abruzzo è coinvolto nel progetto dei detriti spaziali nell’ambito del progetto europeo SST, in cui l’INAF è contraente di un accordo con ASI. Il nostro Osservatorio parteciperà alla campagna osservativa di follow-up. Negli ultimi anni si sono effettuate osservazioni dei satelliti geo-stazionari sia in modalità fotometrica che in quella spettroscopica: dati che vengono correlati con le acquisizioni in laboratorio di alcuni pezzi con cui sono costruiti i satelliti.
In particolare il fine è di caratterizzare dal punto di vista spettro-fotometrico i satelliti geo-stazionari, per poterne riconoscere la natura e poterne ricostruire la pericolosità.
In questo contributo presentiamo il progetto ESA “NEO observation concepts for radar systems”, le ipotesi che esso ha consentito di sviluppare e alcuni risultati delle osservazioni radar effettuate impiegando i radiotelescopi italiani in ricezione. Tale progetto, che ha visto coinvolti l’INAF, SpaceDys e l’Università di Helsinki, è consistito in uno studio pilota per un possibile sistema radar europeo dedicato all’osservazione dei NEO sia per scopi di difesa planetaria che per finalità scientifiche. In particolare, illustriamo sinteticamente:
1) i vantaggi dei radar nell’osservazione dei NEO;
2) il coinvolgimento dell’Italia nelle attività osservative di test;
3) alcuni risultati delle osservazioni radar degli asteroidi 2021AF8 e 4660 Nereus;
4) gli studi sulle prestazioni dei radar planetari da Terra e le potenzialità dei radiotelescopi come elementi riceventi di una rete radar europea per il monitoraggio e lo studio dei NEO.
The discovery of four large moons orbiting around Jupiter by Galileo Galilei about four hundred years ago spurred the Copernican Revolution and forever changed our view of the Solar System and universe. Today, Jupiter is seen as the archetype for gas planets in our Solar System as well as a paradigm for the numerous giant planets known to orbit other stars. In many respects, and in all their complexities, Jupiter and its diverse satellites form a mini-Solar System.
The JUpiter ICy moons Explorer (JUICE) mission was selected in 2012 as the first L-class mission (L1) within the framework of the ESA "Cosmic Vision" Programme. It has been launched in April 2023 and its arrival at Jupiter is planned in July 2031. JUICE will be the first ESA-led mission to Jupiter and its moons, and the first mission to enter orbit around a natural satellite of a giant planet.
The focus of JUICE is to characterize the conditions that may have led to the emergence of habitable environments in Jupiter's icy Galilean satellites Ganymede, Europa and Callisto, known to harbor subsurface oceans of liquid water.
By investigating this system, and thereby unravelling the history of its evolution, from initial formation of the planet to the development of its satellite system, JUICE will enable a general understanding of how gas giant planets and their satellite systems form and evolve and of how our Solar System works.