L’workshop MAB INAF 2023 vuole essere un momento di confronto e discussione in presenza fra tutti i colleghi INAF che si occupano di Musei, Biblioteche, Archivi (MAB) e ricerca storica dopo un periodo così difficile per tutti. Comunicare e condividere attività e progetti in corso e discutere su criticità e iniziative future sono gli obiettivi che tale incontro nazionale si vuole porre. Inoltre in questi ultimi anni alcuni giovani colleghi hanno cominciato a lavorare nelle biblioteche e nei musei e l’workshop vuole essere anche un momento di conoscenza e scambio reciproco.
La giornata di venerdì 31 marzo è dedicata alla discussione su progetti e criticità che accomunano due anime della Terza Missione in INAF: patrimonio storico e didattica e divulgazione.
L’intervento porterà all’attenzione dei colleghi un ambito di ricerca e comunicazione
interdisciplinare legato alla scienza del cielo nella sua dimensione più storica ed umanistica:
quello dell’Astronomia Culturale, giovane disciplina che esplora il rapporto tra l’uomo e gli
astri nel corso dei secoli, a cavallo tra Archeologia, Arte, Filosofia e Letteratura.
All’Osservatorio di Roma si svolgono in particolare attività sull’iconografia dei corpi
celesti in epoca medioevale e rinascimentale, indagata attraverso l’analisi di cicli
decorativi e architetture sacre e profane. Tra i progetti in corso si annoverano un
programma di studio degli Emisferi Celesti affrescati fiorentini in San Lorenzo e
Santa Croce – condotto in collaborazione con il Museo Galileo e l’Università di
Bologna e di Ferrara, l’investigazione dettagliata di alcune celebri cosmografie
romane (Villa Farnesina, la Stanza della Segnatura nel Palazzo Apostolico Vaticano,
Villa Medici) tra topografia e astronomia, la costruzione di un database di
rappresentazioni astrali tra il XIII e il XVII secolo su tutto il territorio nazionale (con
importanti ricadute nel settore dell’astroturismo culturale) e la decodificazione di un
ciclo di inedite pitture settecentesche dedicate alla storia dell’Astronomia nell’attico
di Palazzo Patrizi Montoro in Campo Marzio.
In conclusione si accennerà ad altri progetti interdisciplinari legati all’iconografia
copernicana e alla valorizzazione in chiave narrativa e teatrale delle cupole
astronomiche come paradigma di conoscenza scientifica.
Le commistioni tra arte e scienza sono sempre state fondamentali nello sviluppo del rapporto tra scienza e società. I risultati delle ricerche, delle osservazioni astronomiche, le nuove scoperte e le possibilità tecnologiche, hanno ispirato, nei secoli, artisti ed intellettuali, creando ponti interdisciplinari capaci di stimolare lo sviluppo della cultura.
Nel passato, la visione degli artisti dell’opera degli astronomi, o dei risultati da essi rappresentati o pubblicati, è spesso stata una semplice traduzione, un media per divulgare il pensiero scientifico o un modo per contestualizzare nuove scoperte in ambito più umanistico.
Negli ultimi anni, però, oltre alla semplice rappresentazione della bellezza della scienza attraverso immagini e video, modificando il ruolo di semplice ispirazione che la scienza può avere per un artista, una nuova classe di artisti ha iniziato a popolare i centri di ricerca.
Artisti che non solo vengono ispirati dalle suggestioni della scienza, ma che assieme agli scienziati intraprendono un percorso di mutua “ispirazione” e condivisione, e costruiscono nuovi percorsi culturali, creando connessioni tra la scienza e arte del passato e le realtà contemporanee.
Presso l’OAR, negli ultimi 10 anni, si sono sviluppati diversi progetti di arte-scienza sia a carattere locale, sia nazionale. Queste aperture, hanno portato all’incontro con l’artista Federica Di Carlo e alla realizzazione di un percorso che, partendo dai materiali di archivio di Secchi e Respighi, attraverso la collaborazione con numerosi centri di ricerca internazionali, arriva fino allo sviluppo tecnologico di ultima generazione. Nel contributo analizzeremo queste esperienze e le possibilità di sviluppo di nuovi progetti all’interno degli istituti INAF.
L'Archeoastronomia, nata come tecnica di supporto alle ricerche archeologiche per l'inquadramento in ambito astronomico di strutture e manufatti, mostra lasua utilità per una comprensione della cultura delle antiche civiltà. La diversità di metodologie e lo sviluppo di altri campi hanno poi portato alla definizionedell’Astronomia Culturale (Ruggles & Saunders 1990; Tirapicos 2019; Boutsikas et al. 2021). Più in generale, nel rapporto fra astronomia e cultura vi è un grandespazio interdisciplinare da esplorare che coinvolge la letteratura, l’arte, l’antropologia, la sociologia, la storia, la filosofia (p.e. Olson 2022).
È plausibile pensare che questi studi saranno sempre più sviluppati e integrati. La scheda si propone di intercettare, anticipare e favorire questa evoluzione.
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